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Il.(Punto) di Vista: “La musica è donna”

il . di Vista - La redazione del Liceo "Manzoni-Juvara"

Il.(Punto) di Vista: “La musica è donna”

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Eccoci al nostro secondo appuntamento! Noi, studenti della II B delle Scienze Umane ci ripresentiamo con la nostra testata giornalistica “Il . di vista” e con un nuovo lavoro, sempre in riferimento alle attività formative progettate nel nostro Liceo “Manzoni-Juvara”.

Abbiamo cercato, tra i tanti progetti promossi dai docenti del nostro Istituto, qualcosa da condividere con un pubblico non necessariamente di studenti, e abbiamo concentrato la nostra attenzione su un’attività curata dalle professoresse Sara Domanti e Rosa Maria Chiarello.

Il tema è di grande rilevanza: la differenza di genere, declinata nella prospettiva del Liceo Musicale e della classe IV A.

Prof.ssa Rosa Maria Chiarello

Il progetto è partito da un’idea, concepita tempo fa dalla prof.ssa Chiarello, ma realizzato solo quest’anno attraverso incontri a distanza e in presenza. L’obbiettivo era quello di soffermarsi su quanto fosse stato marginale il ruolo della donna in ambito musicale fino al secolo scorso.

Il lavoro è partito da un approfondimento in chiave storica e teorica il cui incipit è stato fornito dalla lettera, scritta dal padre a Fanny Mendelssohn, (1805- 1847) pianista e compositrice tedesca vissuta nella prima metà dell’Ottocento, in cui viene criticata la sua intenzione di lavorare con la musica perché ritenuta appannaggio esclusivo degli uomini. Nella lettera del 1820 il padre le scrive che la musica per lei poteva e doveva essere solo un ornamento e che avrebbe dovuto applicarsi con più serietà al suo vero e unico lavoro, consono ad una ragazza, cioè fare la donna di casa.

Prof.ssa Sara Domanti

Nel mondo della musica è rimasto famoso il fratello Felix, dotato anche lui di talento, ma sicuramente meno osteggiato dalla mentalità del tempo. Fanny già a 19 anni scrisse 32 fughe. Dei 24 Lieder pubblicati da Felix, sei erano suoi.

Nel 1829 sposa il pittore Wielhelm Hensel e trova in lui un convinto sostenitore. Di lei rimangono composti 250 Lieder, 125 brani per pianoforte, quattro cantate e diversi pezzi di musica strumentale da camera e per coro.

Le ricerche degli studenti hanno evidenziato pochissimi casi di donne musiciste, affermatesi tra l’altro in ambienti molto ristretti. Un piccolo passo in avanti nell’emancipazione della donna in musica venne compiuto da Clara Schumann, (1819- 1896) compositrice e pianista, la quale, grazie alle vedute avanguardiste del padre e del marito, ebbe la possibilità finalmente di studiare musica e pubblicare le sue opere.

Clara Schumann, nata Wieck, fuuna delle pianiste più importanti dell’epoca romantica. A quel tempo le ragazze di buona famiglia si dedicavano tutte allo studio del pianoforte o del canto, ma si potevano esibire solo in concerti privati. Il padre di Clara, Friedrich Wieck, aveva delle idee pedagogiche originali, ispirate a Rousseau e educò i figli alla musica, per la quale possedevano grande talento. La giovane riuscì ad acquisire una tecnica straordinaria ed impeccabile e divenne ben presto una concertista e una compositrice apprezzata.

Nel 1840 Clara sposa Robert Schumann ed ebbe otto figli, che riuscì a crescere gestendo quasi da sola la casa, la sua personale carriera artistica e l’attività musicale del marito. Il marito tentò, nel 1854, il suicidio a seguito del quale venne internato nel manicomio di Endenich, a Bonn. Alla morte del marito, nel 1956, Clara smise di comporre Lieder e inizierà a dedicarsi alla conservazione, la cura e la promozione delle opere del marito. A lei infatti dobbiamo la conoscenza completa e ordinata di tutta la musica da lui composta.

Clara Schumann

Clara Schumann divenne insegnante di pianoforte al conservatorio di Francoforte, unica donna in una scuola esclusivamente maschile. Clara Wieck Schumann morì nel 1896 di ictus.

Queste due compositrici sono solo un esempio di quanto sia stato difficile per una donna affermarsi nel mondo della musica classica. E’ anche vero che fino a vent’anni fa la Wiener Philarmoniker non aveva nessun musicista di sesso femminile impiegato stabilmente.

Per la prima partecipazione femminile in un’orchestra bisognerà attendere il 1996, quando la Filarmonica di Vienna assunse con un contratto stabile una compositrice. Quindi, se la musica oggi non conosce più differenze di genere, lo dobbiamo agli sforzi e alla determinazione di questi grandi esempi di donne che della musica hanno fatto il loro principale interesse.

È questa la conclusione che insegnanti e studenti hanno raggiunto al termine dell’esperienza, riassumibile nella frase di Wagner “La musica è Donna”.

Il progetto del Dipartimento di musica “Partiture al femminile: le donne compositrici”culminerà nella registrazione, presso la sala d’incisione presente nell’Istituto, di un concerto che, non a caso, verrà pubblicato l’8 Marzo per la “Giornata internazionale dei diritti della donna” sui profili YouTube, Instagram e Facebook del nostro Liceo. Il Concerto rappresenta un momento per celebrare e ricordare quelle donne che hanno operato nel mondo dell’arte, in particolare della musica. La visione del concerto può essere un modo per estendere a tutti la consapevolezza che le donne ci sono sempre state, e ancora oggi, dopo anni di silenzi, hanno una grande voglia di farsi sentire.

Abbiamo intervistato alcuni dei ragazzi coinvolti, per capire cosa ne pensano e quanto abbia contato, nella loro formazione personale, questa esperienza

Intervista a Loris Schifano

“Se nel passato la donna ha avuto un ruolo di secondo piano a causa del pensiero che gli uomini avevano di lei solo come madre e moglie, è anche vero che, in alcune realtà, si tratta di un fenomeno ancora esistente”.

Intervista a Sharon Baiomazzola

“Quella affrontata mi è sembrata una tematica davvero importante, penso sia giusto sensibilizzare ognuno di noi mostrandogli i problemi che ha affrontato la donna per affermarsi in campo musicale. Io faccio la cantante, ma nel corso del mio cammino musicale non ho incontrato serie difficoltà, tranne una volta, perché ho dovuto fare i conti con persone che sminuivano me stessa, in quanto donna e tutto il lavoro che faccio. Per questo, ho deciso di scrivere una canzone che descrive le mie emozioni di fronte a questo ostacolo. Oggi cerco di andare avanti con la mia carriera per affermarmi e farmi conoscere, perché amo quello che faccio!”

Intervista a Erika Saverino

E’ un argomento davvero interessante e fondamentale per essere informati sul fatto che la donna è sempre stata presente nel mondo della musica, nonostante venisse sminuita dalla mentalità comune. La donna aveva una grande voglia di affermarsi in campo musicale e Clara Schumann ne è stata un esempio. Lei è stata davvero fortunata ad avere un padre che la supportava, rispetto ad altri uomini di quel tempo che costringevano donne con grandi talenti nascosti a rimanere in casa a compiere i lavori domestici.

Purtroppo forme di discriminazioni di questo tipo sono ancora presenti, ma la donna deve lottare affinché diventi libera, perché gli esseri umani, uomini o donne che siano, hanno tutti gli stessi diritti.”

Intervista a Miriana Dell’Auri

“Non solo con le discipline musicali, ma anche con altre materie, abbiamo affrontato il tema delle lotte per l’emancipazione femminile e bisogna dire che un po’ tutti i settori hanno risentito di una penalizzazione compiuta ai danni del genere femminile, aldilà dei meriti posseduti. Malgrado le difficoltà affrontate, soprattutto nel campo della composizione musicale, già nel Rinascimento si incontrano nomi di donne compositrici, ma chissà a quale prezzo sono riuscite a passare alla storia”.

Intervista a Vincenzo Perrone

“Quando ancora si poteva andare a teatro, il Liceo musicale ci ha permesso di fare un abbonamento per il Teatro Massimo di Palermo.

Prima dell’inizio di ogni opera, la scrittrice Beatrice Monroy ci illustrava e ci spiegava cosa ci preparavamo a vedere e sentire. Questa esperienza si lega al lavoro affrontato quest’anno sulle differenze di genere.

E’ stato pubblicato, infatti un suo libro: Custodi del silenzio che tratta delle figure femminili presenti nel melodramma. Troviamo Violetta della Traviata, Norma, Lady Macbeth e Giuditta de Il castello del principe Barbablù.

Nei libretti, scritti da uomini, queste donne subiscono i condizionamenti della loro società, sono costrette al silenzio e, solo morendo, riescono a diventare eroine e a ristabilire l’ordine sociale.

Beatrice Monroy scrive:”Nessuna di queste donne straordinarie, che rimangono incise nella nostra cultura, ha la forza di opporsi a un modello della società che la vuole incasellata in un ruolo preciso, perciò tutte finiranno con l’accettare il modello, ritornando ad essere quello che si vuole esse siano. Cedendo, distruggendo se stesse e i propri desideri, dopo tormentati percorsi, si troveranno a essere Custodi della società che le tiene prigioniere dentro schemi prestabiliti che non possono variare perché genererebbero angoscia e instabilità”.

La redazione del Liceo “Manzoni-Juvara”

IL . DI VISTA

Roberta Bonaffini

Mattia Falzone

Josemary Lo Bue

Roberta Volpe

Alessandro Pilato

Redattore capo

Prof.ssa Aurelia Armatore

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