“Verificare le notizie per evitare di scrivere inesattezze”. Il questore di Caltanissetta, Emanuele Ricifari, nel corso della conferenza stampa dedicata alle iniziative per la festa della Donna dell’8 marzo e per la festa della polizia del 10 aprile, ha voluto condividere con i giornalisti alcune riflessioni legate al mondo dell’informazione.
Ricifari ha sottolineato: “La diffusione della notizia è determinante per voi, ma anche per noi. Una comunicazione attenta, precisa, chiara, efficace, vi rende parte del sistema di sicurezza, ad esempio quando con l’uscita dei vari dpcm si specificano i casi di applicazione della norma. Ma ci sono anche altri tipi di notizia. La tempestività della comunicazione delle notizie è un settore in cui poniamo grande attenzione. La circolazione ha subito come schema una rivoluzione: prima, si teneva una conferenza alle ore 11, si comunicava la notizia, valida e reale, e prima della sera o per i quotidiani cartacei, l’indomani, la suddetta notizia non circuitava. Adesso le cose sono completamente cambiate. Chi ha una notizia, indipendentemente dalla fonte a cui attinge, subito la butta fuori. Magari partendo da un semplice cittadino che scrive un post su un facebook o un tweet: spesso così si scrivono fesserie solenni”.
Il questore con calma, dovizia di particolari e stringente logica, non esita a mettere i “i canonici” puntini sulle i. “Se voi effettuate una verifica, noi non ci offendiamo. Se un fatto storico è avvenuto lo diciamo, è un’indicazione del capo della polizia. Poi cerchiamo di dare più dettagli possibili, tranne che ci siano delle esigenze legate alla necessità delle indagini in corso”
Inoltre sottolinea che “Una notizia smentita o rettificata, è una seconda fesseria. Io per i miei, impongo la massima attenzione, chi sbaglia va incontro a conseguenze disciplinari. Se il giornalista che lancia la notizia non la verifica, poi rilancia inesattezze”.
Il settore dell’informazione è ricco di presunti cacciatori di scoop. Il Questore racconta di due fatti realmente accaduti a Caltanissetta. “Se uno cade per terra e due fuggono e non si conosce la realtà dei fatti, si offrono ricostruzioni errate. In realtà la persona caduta soffriva di un male particolare ed i due fuggitivi, erano amici che si erano precipitati a chiamare i soccorsi. Notizia lanciata, catturata dal nostro centro Situazioni di Ps, praticamente mi chiama un funzionario per chiedere notizie ed io mi sono arrabbiato, perché non era successo niente”.
Altra perla questa volta nel settore degli incidenti stradali, altro segmento molto attenzionato nel capoluogo nisseno: “Sempre a Caltanissetta, incidente stradale: persone non vedono la fase dell’incidente, solo la fase successiva e sono stati sentiti dei botti. In realtà era esplosa nel cruscotto una bombola da campeggio. Si trasforma in.. c’è stata una sparatoria. Niente di vero. Alcuni giornalisti hanno chiamato e verificato, altri no”.
Ricifari sottolinea la delicatezza del momento e l’importanza che l’informazione assume: “Ne va materialmente del lavoro, non corriamo dietro le cose che non esistono. Danneggia la credibilità di chi lancia la notizia. Siccome viviamo nell’epoca del complottismo, poi vengono fuori da parte di alcuni cittadini affermazioni del tipo la polizia sta tacendo, siete complici del complotto plulocratico-massonico. Vi esorto a verificare” C’è grande tensione sociale per i problemi economici e per la situazione pandemica. Che stiamo vivendo. Le persone perdono fiducia nel sistema. C’è gente che si sente in pericolo costante e può avere reazioni di tutela esagerata, partire in quarta e fare delle cose gravi per tutti”.

