Salute

Villalba, il decesso del 55enne Giuseppe Zaffuto

Redazione

Villalba, il decesso del 55enne Giuseppe Zaffuto

Ven, 27/11/2020 - 17:02

Condividi su:

VILLALBA – È stato un grande uomo in tutti i sensi: alto, imponente, passionale, con un cuore immenso votato all’agricoltura, alle terre d’Africa, alla sua Villalba. Da ieri notte il grande cuore di Peppe Zaffuto non batte più. Se ne è andato a 55 anni nella sua casa, nel suo letto. Un respiro più forte, la moglie che preoccupata lo chiama, ma Giuseppe, agronomo di professione, già non c’era più. E a poco sono valsi i soccorsi apportati dagli stessi familiari, dai vicini di casa, dai conoscenti, dal medico intervenuto sul posto.

Un malore improvviso, mortale, che non ha dato scampo al gigante buono di Villalba con la passione per la politica. Era stato infatti consigliere comunale e assessore.

Ma la sua passione autentica era l’agricoltura. E infatti il dott. Giuseppe Zaffuto agronomo e ricercatore universitario presso l’università di Palermo, nonché responsabile dell’azienda sperimentale agrotecnica di Contrada Sparacia, territorio di Cammarata, nei cui campi si produce ogni ben di Dio, grazie alle sue indubbie competenze era stato contattato per una nuova sfida nel Continente Nero dove a partire del 2013 si recò più volte, per impiantarvi delle coltura produttive, in Gabon, in Ghana, in Nigeria, Costo d’Avorio.

Un impegno e un amore totalizzante verso la terra nato nelle colline di Villalba, in quel Vallone che tanto amava e per cui tanto si spendeva puntando sul suo rilancio che partisse proprio dai prodotti dell’agricoltura locale, basti dire che in anni lontani era stato anche alla guida della Cantina sociale di Vallelunga e si era impegnato non poco per fare conoscere anche in ambito universitario le qualità organolettiche della lenticchia di Villalba e degli altri prodotti di queste terre di frontiera, così produttive e feraci.

Così come sperimentava nell’azienda di Sparacia a ridosso del Tumarrano, agro di Cammarata, la coltivazione di grani antichi che si vuole riscoprire e della manioca e altre colture autoctone.

Un suo parente ieri ci ha detto: “Ci eravamo visti mercoledì mattina. Gli serviva un piccolo attrezzo che non riusciva a ritrovare tra le sue cose, una chiave, e gli ho dato la mia. Era allegro e pieno di entusiasmo, come al solito, aveva tanti progetti. Nulla che facesse presagire la tragedia di ieri notte.”

Appena un mese fa il dott. Zaffuto aveva avuto la gioia di vedere laureato il suo primogenito, Leonardo, che aveva conseguito un tondo 110 e la lode accademica e per lui sognava un futuro da stilista. (Fonte La Sicilia: R.M.)