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Caltanissetta, una biblioteca a cielo aperto: 53 saracinesche per far emergere “la nostra bellezza”

Marcella Sardo

Caltanissetta, una biblioteca a cielo aperto: 53 saracinesche per far emergere “la nostra bellezza”

Lun, 12/10/2020 - 11:05

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Svegliarsi la mattina, uscire di casa, trovare attorno a sé “la bellezza”, lasciarsi ispirare, conquistare e poi agire.

Sono questi i passaggi che, secondo l’artista Carlo Sillitti, devono essere vissuti da ogni cittadino. “Sono un nisseno ma ho vissuto per diversi anni in città meravigliose come Roma e Parigi. Ho scoperto che la bellezza è contagiosa e rende migliore chi si riempie di essa. Anche noi, a Caltanissetta, possiamo colmarci di bellezza ed essere fieri del luogo nel quale viviamo. I promotori del cambiamento non sono soltanto gli attivisti ma tutti i cittadini. Basta soltanto coltivare un po’ di senso di appartenenza e sostenere le buone idee”.

È nata da questa voglia di ispirare (e ispirarsi) il progetto “Apertamente. Caltanissetta, una biblioteca a cielo aperto”.

Per chi, in questi giorni, passerà nel crocevia di Corso Umberto I e Corso Vittorio Emanuele, si potrà imbattere in un artista intento ad abbellire ben 53 saracinesche del Centro storico. Un progetto ideato circa 2 anni fa e che adesso, grazie al supporto dell’assessora alla cultura Marcella Natale e dell’amministrazione comunale, è finalmente venuto alla luce donando colore e storia alla città.

La crisi economica e il decentramento commerciale hanno, nel corso degli ultimi anni, fatto abbassare molte saracinesche di botteghe storiche e attività commerciali. Quei luoghi, abbandonati, sono stati lasciati al degrado diventando fonte di imbarazzo per i cittadini e ulteriore motivo di isolamento. Adesso gli unici a percorrere quelle strade sono i residenti della zona e chi, velocemente, si sposta per andare alla ricerca di un parcheggio.

Riqualificare un territorio attraverso un percorso di rigenerazione urbana, però, è molto più semplice di quanto si possa pensare e, a dimostrarlo, è arrivato il progetto di Carlo Sillitti.

Ogni saracinesca coinvolta nel progetto sarà ripulita, ridipinta e trasformata in un foglio bianco da decorare con miniati ispirati a pittori celebri e citazioni di autori fortemente legati alla Sicilia.

A collaborare il pittore ci saranno l’artista Marianna Maira, studentessa di Belle Arti di Palermo, gli allievi dell’istituto d’arte Manzoni Juvara e i giovani della Comunità Casa Rosetta.

Il tema principale, che sarà il leit motiv di tutte le saracinesche, sarà l’uomo, la sua essenza sicula, le sue tradizioni. Quello che sta già emergendo, a sole 3 saracinesche completate, è la potenza e l’importanza di un “incontro”. Quello con le parole che stimolano la riflessione, con i colori che restituiscono luce e vitalità e con le persone dal vissuto travagliato ma pieno di energia.

Pennello alla mano, stancil e barattolo di vernice colorata sul tavolino retrostante, il pittore sta già riscuotendo un discreto successo. “Far parlare” delle sue saracinesche è già il primo passo per il tanto desiderato “cambiamento”. Quella strada, prima fulcro del commercio nisseno e poi luogo di degrado, può tornare a riqualificarsi diventando “la strada degli artisti”, luogo dove poter organizzare mostre, salotti letterari e spazi culturali. Area di fervida crescita creativa e stimolo produttivo. Un desiderio che potrebbe trasformarsi in realtà. “Nel mio laboratorio, l’ultimo venerdì del mese, organizzo incontri culturali con poeti, pittori, scultori e musicisti” ha proseguito Carlo Sillitti. Incontri nei quali l’espressione artistica si amalgama per poter dilagare e crescere ancora più florida e produttiva. Un esempio che potrebbe essere replicato in uno di questi locali, da troppi anni ormai sfitti e diventati di proprietà del Comune di Caltanissetta.

Alle sue spalle Carlo ha già visto soffermarsi alcune persone intente a riflettere sulle citazioni appena dipinte. “Ciascuno di loro, in quelle parole uguali per tutti, leggeva una diversa interpretazione perché, proprio come si legge in una delle espressioni tratte da Leonardo Sciascia, “noi siamo quello che facciamo”. Nessun individuo è un foglio bianco ma tutti, nel profondo, hanno un vissuto personale che ci ispira, ci influenza, ci coinvolge. Sulla base di quell’esperienza ogni frase viene interpretata in modo assolutamente personale. Ed è proprio quello il “vero” significato che deve essere attribuito alla riflessione.

“L’energia e la vitalità che sta emergendo da questo progetto già mi lascia presagire ottime speranze perché la bellezza unisce tutte le generazioni e abbraccia tutti” ha spiegato l’artista raccontando come la sua collaboratrice, i ragazzi di Casa Rosetta e i passanti stanno vivendo questo progetto.
“Marianna Maira non è soltanto una collaboratrice ma ha sposato il progetto in toto ed è diventata parte integrante di esso. Ha realizzato i miniati che stiamo dipingendo a ridosso della prima lettera. Crede all’iniziativa e si sta dedicando a essa con abnegazione e devozione”.

Dalla freschezza di una giovane artista alla maturità di un’ottantenne nissena che, soffermata davanti al pittore, gli ha raccontato che per tanti anni si è mossa in quella via a testa china, per non guardare il degrado circostante, gli escrementi di uccelli, la polvere, le cartacce, le ragnatele. Adesso, invece, ha il piacere di alzare la testa, “guardare” con gli occhi dell’immaginazione e “vedere” come a breve quella via tornerà a risplendere.

Un grande esempio di rinascita lo hanno donato anche i 20 ragazzi di Casa Rosetta che, in questi giorni, si dedicheranno a ripulire le saracinesche prima di essere ridipinte. “In quel gesto – ha raccontato l’artista nisseno – rivedo un desiderio di riscatto profondo che si ricollega con il percorso di riabilitazione personale che stanno vivendo”.

Delle tante citazioni in italiano ce ne sarà una anche in lingua araba, un passaggio estratto da un autore che ha molto amato e scritto della Sicilia. “Tutti devono essere capaci di amare il luogo nel quale vivono e, per raggiungere questo obiettivo, non basta fissare un indirizzo di residenza. Bisogna, piuttosto, sentirsi integrati. Ed ecco perché, a mio avviso, è necessario coinvolgere anche popolazioni delle diverse etnie. Io ho iniziato aprendo la strada alla lingua araba ma non è escluso che si possano trovare riferimenti e citazioni che possano coinvolgere tutte le minoranze etniche che vivono a Caltanissetta”.

Proprio perché la “bellezza” è un fiume in piena che viaggia senza sosta e straripa durante i periodi di abbondanza, Carlo Sillitti auspica che quella del centro storico sia soltanto la “prima zona” a essere contaminata. Altre aree cittadino possono riqualificarsi e, con la collaborazione di altri artisti e altri autori, possono diventare un’altra area della “biblioteca a cielo aperto” con altri spunti di riflessione.

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