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I primi 10 anni di Amazon.it: nel 2020 previste 1.600 assunzioni, c’è anche un deposito a Catania

Redazione

I primi 10 anni di Amazon.it: nel 2020 previste 1.600 assunzioni, c’è anche un deposito a Catania

Lun, 20/07/2020 - 12:28

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I primi 10 anni di Amazon.it: nel 2020 previste 1.600 assunzioni Nel piano anche 140 mln euro investimenti. Nel 2019 erano 1,8 mld Milano, 20 lug. (askanews) – Se c’è un cambiamento che il lockdown ha accelerato (in alcuni casi addirittura innescato) è quello degli acquisti online. La necessità di comprare restando chiusi in casa insieme all’effetto dissuasivo delle lunghe code davanti ai negozi e la caduta di alcune diffidenze legate all’uso delle carte di credito online, hanno fatto esplodere durante la pandemia le vendite dell’e-commerce, avvicinando molti italiani per la prima volta a questo nuovo mondo. Lo sanno bene in Amazon, il colosso americano presente da dieci anni in Italia, che con le sue attività di vendita online durante il lockdown ha dovuto gestire un flusso inedito di acquisti, che in alcuni momenti lo ha costretto a ridurre il numero di prodotti disponibili e ad allungare i tempi di consegna. Ora, cosa resterà di questa esplosione delle vendite online, una volta rientrati in una fase di totale normalità, è difficile prevederlo. Ma quello che si può dire, e che Amazon ha calcolato proprio in occasione dei 10 anni di attività nel nostro Paese, è l’impatto economico che genera sotto il profilo occupazionale e, in termini più generali, sul nostro Prodotto interno lordo.

Partiamo dall’occupazione, sulla quale la pandemia ha avuto degli effetti devastanti. Su questo fronte, in controtendenza, il gigante del commercio elettronico nel 2020 ha annunciato 1.600 assunzioni a tempo indeterminato, una crescita che porterà a 8.500 i dipendenti totali, rispetto ai 6.900 di fine 2019, in più di 25 sedi in tutta Italia. Si tratta di posti in diversi ambiti come lo sviluppo di software, la linguistica, la logistica, le risorse umane e IT nel Centro direzionale di Milano, nei centri di sviluppo di Torino e Asti, presso il servizio clienti di Cagliari e nei centri di distribuzione, depositi di smistamento e magazzini Prime Now, in tutto il Paese. Un dato utile per quantificare il valore delle nuove assunzioni sono le remunerazioni e gli stipendi pagati in media ogni mese ai dipendenti in Italia, che nel 2019 ha superato i 17,2 milioni di euro. Ma quanto ha fatturato e quanto investe Amazon nel nostro Paese? Dai dati diffusi in occasione del decimo anno di attività in Italia emerge che nel 2019 Amazon in Italia ha realizzato 4,5 miliardi di euro di ricavi e investito 1,8 miliardi di euro, di cui 168 milioni di euro come spese in conto capitale. Per effetto indiretto di questi investimenti, l’azienda ha calcolato che lo scorso anno sono stati creati più di 120.000 nuovi posti di lavoro, molti dei quali nelle 14.000 piccole e medie imprese italiane che usano la vetrina Amazon made in Italy o i servizi come la logistica. Nel 2019, queste piccole e medie imprese hanno esportato prodotti dall’Italia per oltre 500 milioni di euro. Per quanto riguarda il 2020, invece, è previsto un investimento di 140 milioni di euro per la costruzione del quinto e del sesto centro di distribuzione, uno a Castelguglielmo/San Bellino, in Veneto, e uno a Colleferro, nel Lazio. Per la seconda parte dell’anno è stata programmata anche l’apertura di ulteriori depositi di smistamento a Catania, Cagliari, Genova, Pisa, Brescia, Parma e Milano. È del 28 aprile scorso, infine, l’apertura da parte di Amazon Web Services della Regione AWS (Milano).

Se si guarda al totale dei dieci anni di attività in Italia, dal 2010 al 2019, Amazon ha calcolato di aver investito direttamente oltre 5,8 miliardi di euro, incluse spese in conto capitale e spese operative. Questi investimenti insieme alla creazione di nuovi posti di lavoro, secondo lo Studio Keystone, hanno contribuito al Prodotto interno lordo dell’Italia per 7,6 miliardi di euro. E le tasse? Da sempre la contribuzione fiscale è oggetto di accuse e contenziosi coi giganti del web. Amazon su questo fronte nel 2019 ha calcolato di aver contribuito per 234 milioni di euro. Ma di questi, 84 milioni di euro sono le cosiddette imposte dirette, imposte direttamente maturate e pagate da Amazon (quella sulle società, Ires e IRAP, l’imposta di registro, le imposte sui salari e le tasse per la previdenza sociale pagate dai datori di lavoro, i dazi di importazione). Poi ci sono gli altri 150 milioni che però sono imposte indirette, riscosse e versate per conto di clienti, dipendenti e altre terze parti che includono Iva e contributi a carico dei dipendenti. “Amazon è un potente motore di crescita per l’economia italiana. Attraverso l’innovazione, gli investimenti e la creazione di posti di lavoro, Amazon sta contribuendo alla trasformazione digitale del Paese – afferma Mariangela Marseglia, VP Country Manager di Amazon.it e Amazon.es – un processo che è diventato molto più che prioritario per sostenere l’economia in questi tempi impegnativi. In 10 anni abbiamo investito oltre 5,8 miliardi di Euro nell’economia italiana e nei suoi talenti, impiegando stabilmente migliaia di persone che ricevono fin dal primo giorno una retribuzione competitiva e benefit. Sono particolarmente orgogliosa di come il nostro team in crescita e il nostro investimento a favore di clienti e delle piccole imprese italiane contribuiscano alla prosperità dell’Italia, creando migliaia di posti di lavoro aggiuntivi attraverso effetti indiretti e aprendo nuove opportunità per colleghi, partner commerciali, provider di servizi e fornitori”. L’ecommerce, che già prima del lockdown registrava una crescita a due cifre, ora è entrato in una nuova fase in cui si registra un’accelerazione in termini di avvicinamento di nuovi clienti, ma anche una presa di coscienza da parte delle aziende della necessità di aprirsi a questo nuovo canale di vendita, senza rinunciare al punto vendita fisico. In questo contesto Amazon punta a giocare un ruolo di facilitatore, che non può ridursi semplicemente a spingere gli acquisti online a discapito di quelli fisici, ma che favorisca la multicanalità delle vendite, strategie di business che contemplino entrambe le possibilità a seconda del prodotto e delle esigenze dei consumatori. 

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