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Crisi di governo. Mattarella concede cinque giorni ai partiti, parte il dialogo tra M5s e Pd

Redazione

Crisi di governo. Mattarella concede cinque giorni ai partiti, parte il dialogo tra M5s e Pd

Gio, 22/08/2019 - 21:11

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Il capo dello Stato svolgerà nuove consultazioni martedì: “Servono decisioni chiare in tempi brevi”. Tutte le opzioni restano aperte, compreso il ritorno alle urne. L’assemblea degli eletti dà mandato a Di Maio per trattare col Pd ma resta aperto lo spiraglio a una riconciliazione con Salvini

Sergio Mattarella è preoccupato e non lo nasconde. Il suo appello alla responsabilità e ai tempi rapidi è stato accolto solo in parte. Troppe ancora le scorie da far depositare tra i partiti, troppa l’indecisione di alcuni, che non cela nemmeno troppo le divisioni all’interno dei singoli partiti. E ancora non molta chiarezza, con alcuni leader che nel chiuso dello studio alla Vetrata confessano al Capo dello Stato di aver già sostanzialmente assunto una decisione e poi in pubblico restano un po’ più sul vago. Ma tant’è, il Presidente della Repubblica non è nuovo alla scena politica, comprende che le decisioni sono cruciali e alla richiesta di maggiore tempo non chiude la porta e convoca le consultazioni per tutti i partiti martedì e mercoledì prossimo.

Dunque, spiega con il volto un po’ teso parlando alla loggia alla Vetrata, concede un intero week end a M5s e Pd per verificare se è possibile “una intesa in Parlamento per un nuovo governo” che porti a indicare mercoledì qualcosa di concreto: il nome di un premier e un quadro programmatico, oltre alla necessaria maggioranza. Ma Mattarella va oltre e spiega che ci sono alcuni partiti, dalla Lega a FI, che hanno chiesto “ulteriori verifiche”.
Certo il Presidente non è tenero nel ripercorrere le tappe della crisi e spiega che avrebbe preferito “decisioni sollecite”.

Avvenuta dopo la “rottura polemica” tra i due partiti della maggioranza, la crisi di governo “va risolta con decisioni chiare e in tempi brevi” è il monito di Mattarella, al termine delle consultazioni. “Lo richiede il ruolo che l’Italia deve avere nell’importante momento d’avvio della vita delle istituzioni e dell’Unione Europea nel prossimo quinquennio”, ha aggiunto, così come lo richiede la difficile congiuntura politica ed economica.

“Solo governi basati su un programma”

Mattarella ha ammonito che a fronte di queste esigenze “sono possibili soltanto governi che ottengano la fiducia con valutazioni e accordi dei gruppi parlamentari su un programma per governare il Paese. In mancanza di queste condizioni, la strada è quella di nuove elezioni. Decisione da non assumere alla leggera”. Mattarella ha quindi sottolineando che la Costituzione prevede che si voti ogni cinque anni, mentre in questo caso il ricorso alle urne avverrebbe a poco più di un anno dall’avvio della legislatura. “Tuttavia sarebbe necessario – ha detto ancora – qualora il Parlamento non sia in grado di esprimere una maggioranza”.

“Nel corso delle consultazioni appena concluse mi è stato comunicato da parte di alcuni partiti politici che sono state avviate iniziative per un’intesa, in parlamento, per un nuovo governo e mi è stata avanzata la richiesta di avere il tempo di sviluppare questo confronto. Anche da parte di altre forze politiche del resto è stata rappresentata la possibilità di ulteriori verifiche”. Con queste parole Mattarella ha dato conto dello stato dell’arte dopo le consultazioni al Quirinale e ha spiegato il motivo per cui ha concesso tempo fino a martedì, quando convochera un secondo giro di consultazioni per “trarre le conclusioni e le decisioni necessarie”.

L’assemblea M5s dà mandato a Di Maio di trattare col Pd

Nel frattempo si apprende che, per acclamazione, l’Assemblea dei gruppi M5s ha dato mandato al capo politico Luigi Di Maio e ai due capigruppo Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva di trattare con il Pd. Se M5s e Pd dovessero raggiungere l’accordo per formare un nuovo governo, l’incarico per procedere potrebbe esser conferito già mercoledì, dopo il secondo giro di consultazioni del capo dello Stato, ipotizzano in ambienti M5s.

Il Movimento 5 stelle ha così ufficialmente aperto la porta al dialogo con il Pd, con un mandato chiaro dell’assemblea degli eletti, partendo dal tema del taglio dei parlamentari. Ma la porta a Matteo Salvini, che oggi ha rilanciato e fatto un’apertura a Luigi Di Maio, non sarebbe ermeticamente chiusa, anche se si tratta di una strada difficilmente praticabile. “Ora o la Lega apre in maniera seria oppure noi da domani iniziamo realmente a trattate con il Pd”, spiega un ‘pontiere’ pentastellato. Al momento non vi sarebbero stati contatti tra Salvini e Luigi Di Maio. Ma – anche se non vi sono conferme ufficiali dai due partiti – non è escluso che potrebbero esserci contatti nelle prossime ore.

Zingaretti: “Emerge un quadro per iniziare a lavorare”

“Dalle proposte e dai principi da noi illustrati al Capo dello Stato e dalle parole e dai punti programmatici esposti da Di Maio, emerge un quadro su cui si può sicuramente iniziare a lavorare”, dichiara in una nota il segretario del Pd Nicola Zingaretti.

“Credo che ci siano le condizioni per avviare un dialogo fattivo con il M5s. L’obiettivo di arrivare ad un programma rigoroso nei tempi celeri che vuole il Capo dello Stato, è raggiungibile”, afferma poi il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci.

di Barbara Tedaldi – AGI

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