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La cultura della Croce nella storia dell’Arte con l’Architetto mussomelese  Giuseppe M. Spera

Carmelo Barba

La cultura della Croce nella storia dell’Arte con l’Architetto mussomelese  Giuseppe M. Spera

Sab, 20/04/2019 - 12:31

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Presso la chiesa Badia di S. Agata a Catania martedì 16 Aprile, Don Fausto Grimaldi e l’arch. Giuseppe Maria Spera hanno dato vita ad una serata ricca di messaggi religiosi e acquisizioni di storia dell’arte. I due relatori coinvolgendo tutti gli intervenuti, hanno raccontato la Croce, come chiaro simbolo per antonomasia della religione cristiana da una parte, ma anche come cultura nella storia dell’arte. La “lectio magistralis”  moderata dal dott. Francesco Bellia,  delegato della UCCI di Catania, ha introdotto il saluto del presidente ing. Francesco Pensavalle de Cristofaro dell’Ingegno che nei suoi saluti ha sottolineato che la “UNIONE CAVALLERIA CRISTIANA INTERNAZIONALE e la GUARDIA D’ONORE AI SANTUARI MARIANI,  trova la sua ragion d’essere nel principio di un affratellamento cristiano dei singoli Credenti nell’unità della fede” da qui una delle motivazioni  per questa iniziativa,  in occasione della Settimana Santa. l’arch. Spera ha sviluppato il tema “La cultura della Croce nella storia dell’arte”,  descrivendo e facendo apprezzare con un susseguirsi di immagini di Crocifissi famosi e non, come nasce si sviluppa la Croce che – secondo il pensiero del relatore, “a noi sembra un simbolo Cristiano scontato e che invece si è modificata in maniera sostanziale nel corso dei secoli grazie alle continue traduzioni delle Sacre Scritture, sempre più dettagliate, sino a ad arrivare all’iconografia che noi tutti oggi conosciamo”.  La prima parte è stata dedicata all’archeologia ed ai ritrovamenti sin dal I sec. poi allo studio delle Sacre Reliquie e di come i Vangeli hanno influenzato l’arte figurativa ed infine alle interpretazioni degli artisti di ignota provenienza sino alle opere dei nostri giorni facendo pure apprezzare dei Crocifissi di Frate Umile e Frate Innocenzo entrambi petralesi concludendo con un’immagine della storia del cinema d’autore italiano “ Marcellino pane e vino” che ha concluso la conferenza con un pizzico di nostalgia tra la folta presenza di pubblico presente nella sala.

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