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Fra Santo ricordato a Genova ( di P. Mario Genco)

Carmelo Barba

Fra Santo ricordato a Genova ( di P. Mario Genco)

Mer, 12/12/2018 - 07:15

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          Il Venerabile Fra Santo, agostiniano scalzo trapanese, di cui a Mussomeli (CL) nella Chiesa di S. Maria si conserva ancora anche se deteriorato un quadro,  oltre a Roma è stato fatto conoscere anche a Genova. Infatti nei giorni 7-9 dicembre 2018 si  è avuto la Peregrinatio della Reliquia di S. di S. Agostino (Vescovo e Dottore della Chiesa) in occasione dell’Anno della Santità dell’Ordine degli Agostiniani Scalzi  (18 febbraio – 13 novembre 2018) nella Parrocchia  Natività di Maria e S. Nicola da Tolentino – Genova Sestri Ponente. Ecco il Programma : 7 Dicembre ore 17 Adorazione eucaristica con vespri e meditazione sulla vita del Venerabile P. Antero Micone, agostiniano scalzo (a cura di P. Angelo Grande), 8 Dicembre ore 17 Adorazione eucaristica con vespri e meditazione sulla vita del Servo di Dio Fra Luigi Chmel, agostiniano scalzo (a cura di P. Dennis Ruiz, Postulatore Generale), 9 Dicembre ore 17 Adorazione eucaristica con vespri e meditazione sulla vita del Venerabile Fra Santo di S. Domenico, agostiniano scalzo (a cura di P. Mario Genco).

Il Venerabile Fra Santo da S. Domenico nacque a Trapani il 5 agosto 1655 e fu battezzato nella chiesa parrocchiale di S. Nicolò. Gli fu posto il nome di Vito Di Santo. E’ veramente corrispose il cognome alla sua santità della vita, che doveva condurre. Anche nel secolo visse da Santo, per la gran carità verso i poveri e per la sua rettitudine nell’ operare.

Prese l’abito religioso a Marsala il 21 maggio 1684. Divenuto professo, tornò a Trapani, dove si applicò alla preghiera e meditazione, nella quale tra giorno e notte trascorreva sino a 14 ore. Cominciò a condurre una vita molto austera. Si disciplinava  spesso a sangue, con tale violenza, che ai lombi se ne osservavano i segni. Vestiva un aspro cilicio, spesso digiunava a pane ed acqua. Non gustò mai carne e dormiva poco.

Usava un silenzio rigoroso e quando doveva dire qualcosa si esprimeva con i gesti che con le parole. Era umilissimo e fuggiva ogni segno di apprezzamento nei suoi confronti per la fama di santità. Andava per le strade con una modestia inimitabile.

Dall’ubbidienza fu mandato alla questua e soleva dire: Io vorrei morire con questa bertola sulle spalle ed ubbidiva in tutto ad ogni cenno dei Superiori. Con l’ elemosina raccolta dai Benefattori fabbricò la nuova chiesa, che dedicò a Gesù, Maria e Giuseppe. Inoltre con essa costruì il nuovo convento e provvedeva al sostentamento di 30 Religiosi.

Venne insignito da Dio di vari doni. Ebbe concesso il dono dei miracoli: cambiò l’acqua in vino e il vino in frumento, moltiplicò il pane a beneficio dei poveri, la cera, il denaro per il culto della chiesa, ammansì giovenghi indomiti, fece pescare una gran quantità di tonni nelle tonnare. Inoltre ebbe il dono della scrutazione dei cuori convertendo a Dio molti peccatori, quello della profezia, per cui prevedeva e rivelava le cose future.

Era devotissimo del SS. Sacramento davanti a cui passava notti intere in preghiera, per cui Fra Santo è dipinto col SS. Sacramento. Era anche devoto della S. Famiglia, Maria SS.ma di Trapani, i sette Angeli, che stanno davanti al trono di Dio e con essi volle adornare la chiesa, S. P. Agostino, S. Nicola da Tolentino e di tutti i Santi Agostiniani.

Ebbe a soffrire continue lotte con il demonio, che chiamava: Malatasca. P. Pietro Antonio Capitano di S. Elisabetta, celebre oratore milanese agostiniano scalzo, venne di proposito a trovarlo ed esaminato il suo spirito, disse: Esser Fra Santo, non solo un Santo comune, ma di quelli di prima sfera, come furono li patriarchi di Religione (P. Benigno da S. Caterina, p. 166).

Fra Santo era stimato dai Vescovi, Governatori della città e Notabili. Egli è stato sempre di comunità nel convento di Trapani anche se il Provinciale lo aveva trasferito, ma in seguito con il suo Definitorio revocò il trasferimento. Infatti il 4-2-1726 il Definitorio Provinciale di Palermo ha esaminato ed accettato la sua richiesta di rimanere a Trapani per consolidare perchè pericolante la parte del convento che da sulla Via Garibaldi. Pieno di meriti e carico di anni morì nel convento di Trapani venerdì 16 Gennaio 1728 alle ore 21 all’età di 72 anni, mesi 7, giorni 24 e di religione 43 anni. Venne sepolto nella cripta della chiesa  dell’Itria dentro un urna di pietra chiusa con tre chiavi.

Il Signore manifestò la santità di Fra Santo con molti miracoli avvenuti dopo la sua morte e gli furono fatti anche diversi ritratti. Vi erano suoi ritratti nel palazzo senatoriale, nella Congregazione del SS.mo Sacramento dei PP. Agostiniani e nel chiostro di S. Agostino. Anche in diverse case trapanesi vi erano anche nel convento di Trapani ve ne erano tre: uno nella sagrestia venuto da Roma; il secondo nell’antisagrestia e il terzo era nel corridoio del convento del primo piano ed aveva scritto questi quattro versi: Nomine nunc Sanctus, quondam cognomine Sanctus / Moribus et Sanctum, Roma vocare precor / Prodigia inquiris? Questua, quam coeperat  Olim / mortuus hanc precibus, perficit ipse domum.

In tutta la Provincia religiosa Palermitana i Superiori stabilirono che ogni convento doveva esporre il suo ritratto. Se ne trova ancora uno a Marsala (TP) ed uno nel convento di S. Maria di Gesù a Mussomeli (CL). Si conversa anche un ritratto nel convento dei Ss. Giuseppe, Tecla e Rita di Ferrara

Il 13 maggio 1989 il Papa Giovanni Paolo II ha emanato il Decreto sulle eroicità delle virtù di Fra Santo. Ora si attende che il Signore, per sua intercessione, compia un miracolo per proclamarlo beato.

I Quadri di Fra Santo

In 290 anni (1728-2018) la venerazione verso Fra Santo è stata sempre viva e ravvivata grazie anche  ai  quadri e alle immaginette, di cui i devoti si sono forniti e ne diventavano i veri Promotori della Causa per la santità di Fra Santo.   

L’Ordine degli Agostiniani Scalzi,  appena cinque mesi dopo la sua morte, decise che tutti i conventi della Sicilia avessero il suo ritratto e che si stampassero sue immaginette. Vi erano suoi Quadri:

– A Trapani: nel palazzo senatoriale, nella Congregazione del SS.mo Sacramento dei PP. Agostiniani, nel chiostro di S. Agostino a Trapani, in diverse case trapanesi, nel convento dell’Itria di Trapani ve ne erano ben tre: 1° nella sagrestia venuto da Roma; 2° nell’antisagrestia e il 3° era nel corridoio del convento del primo piano.

– Nei Conventi della Provincia religiosa Palermitana degli Agostiniani Scalzi:

Palermo  – S. Nicola da Tolentino, Palermo – S. Gregorio Papa, Trapani – Gesù, Giuseppe e Maria (Itria),    Marsala  (TP)  – S. Maria dell’Itria,  Gibellina  (TP)  – S. Maria di Belvedere,  Piana dei Greci (Albanesi)  (PA) – Ss. Nicola di Bari e Nicola da Tolentino, Partanna (TP)  – S. Nicola da Tolentino,  Caltanissetta  – S. Maria delle Grazie,   Cammarata (AG)S. Agostino,   Mussomeli (CL) – S. Maria di Gesù

I Quadri di Fra Santo attualmente sono:

– Trapani Convento Gesù Giuseppe e Maria (Itria) – ritratto e statua

– Marsala (TP)  Convento S. Maria dell’Itria – ritratto

– Mussomeli (CL)  S. Maria di Gesù – ritratto

– Ferrara Convento Ss. Giuseppe, Tecla e Rita – ritratto

– Roma Curia Generalizia dei PP. Agostiniani Scalzi – ritratto e vetrata istoriata

I Quadri di Fra Santo  (Immagini grandi telaiate con cornice) sono:

– Favignana (TP) – Chiesa Madre

– Palermo – Convento S. Gregorio Papa al Capo

– Valverde (CT) – Convento S. Maria di Valverde

– San Gregorio da Sassola (Roma)  – Convento di S. Maria Nuova

– Frosinone – Convento Madonna della Neve

– Napoli – Convento S. Maria della Verità (S. Agostino degli Scalzi a Materdei).

A Roma nel convento di Gesù e Maria un fatto particolare accaduto alla prima Immaginetta di Fra Santo (1731) arrivata a noi.

Ciò è accaduto nel lontano 1731 nel convento di Gesù e Maria in Roma al confratello siciliano P. Vincenzo Maria di S. Francesco di Novara di Sicilia (ME), che aveva l’ufficio di  socio (collaboratore) del Procuratore Generale degli Agostiniani Scalzi P. Bernardo di S. Guglielmo.  Era devotissimo di Fra Santo e teneva gelosamente sul tavolo della sua stanza una bella immaginetta di Fra Santo. Era venerdì  7 settembre 1731 ed, essendo ancora estate, teneva porta e finestra aperte. Verso il tramonto un’ improvvisa e forte ventata fece sbattere la porta e l’immaginetta, posta sul tavolo, volò dal finestra nel giardino interno del convento, dove c’era una grande vasca (peschiera) piena di pesci. L’immaginetta andò a finire proprio nella grande vasca. P. Vincenzo non potè scendere subito, appena gli è stato possibile, corse in giardino a vedere che fine avesse fatto l’immaginetta di Fra Santo. Ma quale fu la sua grande meraviglia e stupore: l’immaginetta c’era ancora ed era bagnata solo ai bordi frastagliati dai pesci, mentre il resto della carta, era appena inumidita, benché  per lungo tempo che era stata in acqua, doveva essere bagnata fradicia. Essa ci è stata tramandata ed ha il formato di cm 28×20.

Un ringraziamento ai Rettori diocesani della già nostra Chiesa dell’Itria (S. Rita) di Trapani,  succeduti ai Padri Agostiniani Scalzi, che dal 2004 continuano a diffondere la devozione verso il nostro Venerabile Fra Santo e verso S. Rita.

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