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Mussomeli, altri tempi e personaggi di tutt’altra pasta: “don Totò Zangari”

Carmelo Barba

Mussomeli, altri tempi e personaggi di tutt’altra pasta: “don Totò Zangari”

Ven, 06/04/2018 - 07:50

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MUSSOMELI – Le persone di una certa età se lo ricordano benissimo e la sua figura sembra ancora dominare quegli uffici comunali di Via Della Vittoria (Oggi Palazzo Sgadari), indaffarato e freneticamente impegnato nei servizi Anagrafe Popolazione Stato Civile. Stiamo parlando dell’uomo Salvatore Zangari, Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Mussomeli,  o, come comunemente veniva chiamato “don Totò Zangari”. Altri tempi, altra pasta. Uomo dotato di grande intelligenza che spese la sua vita in mezzo alle carte, a contatto  con la gente, disponibile a cercare di rivolvere problemi,  alle prese con la vecchia macchina da scrivere, pronto a consultare registri, e a ricostruire alberi genealogici di famiglie per  risolvere determinati rebus, non essendoci a quell’epoca  computer che ne avrebbero semplificato il suo certosino lavoro in tutti gli atti da lui posti in essere. La sua figura, nel tempo presente, riaffiora ancora oggi, specialmente fra i meno giovani,  all’attenzione di chi, talvolta infastidito, lamenta l’ ingiustificato ritardo della consegna di documenti comunali, elogiando, appunto, il personaggio in questione: ”Binidittu ddu cristianu ca sirviva lestu lestu la genti”, riferendosi, appunto all’uomo Zangari  proprio quando, allora, il personale in servizio del Comune di Mussomeli  si poteva contare con le dita della mano. Un ruolo importante, dunque,  fu il suo: infatti Salvatore Zangari era l’Ufficiale di Stato Civile; conosceva “vita, morte e miracoli” di ognuno dei suoi paesani. Tutto passava dalle sue mani allorquando registrava gli eventi della quotidianità che riguardava la comunità locale.(nascite, matrimoni, decessi, servizio elettorale, servizio militare, insomma, rtilascio di certificati di ogni genere. D’altronde, non era il tempo dell’autocertificazione. Fu sempre puntuale, o meglio,  molto spesso in anticipo si recava al suo posto lavoro, poco distante dalla sua casa di abitazione, nella Via Manfreda, per organizzare la sua giornata lavorativa per potere dare sollecite risposte ai cittadini, che l’avevano, probabilmente, fermato, anche per strada, che necessitavano di documenti urgenti. E lui, dal tratto gentile e premuroso serviva al meglio la gente. Non era raro il caso quando, per la pausa pranzo, s’intratteneva ancora in ufficio per portare  a termine pratiche urgenti. Talvolta, anche di mattina, intorno alle  quattro, raggiungeva l’ ufficio quando c’era di facilitare la partenza delle persone all’estero. Così arrivava puntuale per farli partire in orario. “Genti accussi unni nascinu chiù”, era il commento di chi riceveva aiuto.   Un uomo dai passi svelti, pronto a salutare  per primo le persone in strada; a volte, si fermava, improvvisamente, per esternare a qualche amico il suo buonumore o il suo disappunto su fatti della quotidianità e, poi, ancora passi svelti fino a raggiungere la destinazione. Uomo riservato, caritatevole, religioso e soprattutto rispettoso. Anche alla “San Vincenzo”, dedicava quel poco di tempo libero che aveva.   Un aneddoto, che lo riguarda,  racconta di quel giorno in cui una coppia di sposi, nella  mattinata, si era recata in Comune per formalizzare la loro richiesta di matrimonio. Preliminari  convenevoli di don Totò con i futuri sposi, dopo di che, l’ufficiale dello stato civlle, temporeggiando e utilizzando la macchina da scrivere,  predisponeva e completava  gli atti, esattamente,  a mezzogiorno, proprio quando in paese, a quei tempi, suonavano quasi in contemporanea, tutte le campane delle chiese; ”Visto che vi suono le campane, avrebbe gioiosamente e simpaticamente sussurrato agli sposi, alludendo al matrimonio in chiesa, adesso  potete sposarvi sotto la protezione di Maria”. Quel suo lavoro finiva con l’augurio ai futuri sposi.    Insomma, una figura di altri tempi, un grande lavoratore!

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