Non vogliamo sollecitare la nostra capacità di intuizione necessaria per risolvere un indovinello o un enigma. Anche se ci introduciamo in maniera lepida, vogliamo parlare di cose serie. Serie come la riflessione sulla terza opera di misericordia spirituale: ammonire i peccatori.. Ho scritto, in precedenza, che l’esercizio delle opere di misericordia spirituale è sostanzialmente facile e possibile a tutti. Ci sono le possibilità concrete, esistenziali, o , se vogliamo, strutturali… moralmente, per poterle attualizzare. I destinatari ci sono; sono in mezzo a noi, li possiamo raggiungere facilmente quando vogliamo. Tuttavia un rilievo è quanto mai opportuno: ammonire i peccatori, è l’opera più … difficile. Vorrei dire … antipatica, psicologicamente la più delicata da affrontare. Tenterò di illustrare “il perché”. Per restare sul piano della importanza di questo obbligo , “ammonire i peccatori”, vorrei considerare due aspetti collegati: il primo è che Dio vuole la salvezza di tutti e quindi vuole che”il peccatore riconosca e rinneghi i suoi peccati per ritornare a Lui”; è pressante il suo invito: “ ritornate a me con tutto il cuore”. Bellissime e chiare sono le parole di Ezechiele: “forse che io ho piacere della morte del malvagio o non piuttosto che desista dalla sua cattiva condotta e viva “? Se egli si allontana da tutti i peccati e osserva le mie leggi, egli vivrà e non morirà” Questo è di grande consolazione e ci rende sicuri della sua misericordia. Però vogliamo portare il discorso sul “dovere” di ogni cristiano di aiutare il peccatore a… ritornare a Dio. E’ ancora Ezechiele che splendidamente raggiunge il nostro cuore perché non abbia perplessità o … cerchi delle scuse: “ se tu non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta, egli morirà, ma della sua morte domanderò conto a te”. Se sarà “ ammonito”, consigliato, aiutato, incoraggiato, dunque si salverà. E’ proprio chiaro! Se non interveniamo per fare evitare al peccatore la sua … permanenza nel peccato, diventiamo responsabili. E’ troppo … profano, parlare , in qualche modo, di “omissione di atti d’ufficio “? L’esercizio di questo delicatissimo compito, richiede tanta saggezza e prudenza e carità. Però c’è da guadagnare. Dice S. Giacomo :” chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà l’anima sua “. E però Gesù ha detto: “ chi è senza peccato…. Ed anche “ perché guardi la pagliuzza nell’occhio del fratello e non la trave del tuo occhio”? E’ vero, ma l’intervento non si fa perché si ha la pretesa di “essere diversi e senza alcuna colpa “ ma con grande umiltà, facendo trasparire il sincero afflato di fraternità per il bene del fratello. Senza la pretesa di sentirsi maestri, o innocenti, o perfetti, ma “ubbidienti alla voce del Signore che ha affidato ad ognuno di noi chi ha bisogno di sentirsi ripetere che “ paziente e misericordioso è il Signore” e “ che no si “sofferma” sui nostri peccati, in vista del pentimento”.
( Sap.) . Se “lo sbaglio” sarà distrutto dal pentimento, il Signore non “ricorderà i nostri peccati” e darà la sua salvezza.

