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Mafia: beni confiscati, Seminara “tutto regolare,si veda altrove”

Redazione

Mafia: beni confiscati, Seminara “tutto regolare,si veda altrove”

Gio, 10/09/2015 - 20:21

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PALERMO – “Il mio ruolo e’ stato quello di proporre la figura di un affermato e stimato professionista che, da oltre trent’anni, collabora quale consulente fiduciario con le Procure della Repubblica ed i Tribunali siciliani, sia in sede penale che civile, incluso il Tribunale di Caltanissetta. Caramma non e’ mai stato da me proposto nell’ambito di misure di prevenzione del Tribunale di Palermo presieduto dalla dottoressa Saguto e le nomine del predetto, in talune procedure, sono avvenute diversi anni prima dell’incarico del Giudice Silvana Saguto alla presidenza della Sezione”. Lo afferma Gaetano Cappellano Seminara, ritenuto il ‘re’ degli amministratori giudiziari dei beni confiscati alla mafia, indagato per corruzione, concussione per induzione e abuso d’ufficio, insieme al presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, Silvana Saguto, e al marito, l’ingegnere Lorenzo Caramma. Secondo l’accusa, Cappellano Seminara avrebbe ricevuto una serie di incarichi dalla Saguto e in cambio, in altre procedure a lui affidate da autorita’ giudiziarie di altre citta’, avrebbe nominato Caramma come consulente. “Gli incarichi a Caramma – prosegue Seminara – in qualita’ di coadiutore o consulente in alcune procedure di amministrazione giudiziaria, sono stati decisi dai giudici delegati dei rispettivi Tribunali, gli unici preposti a dette nomine ed alla liquidazione dei relativi compensi”. E attacca: “Osservo che in tutti i Tribunali siciliani congiunti dei magistrati che ivi prestano servizio, ricevono quotidianamente, da altri magistrati dello stesso Tribunale, incarichi sia quali avvocati, curatori, consulenti, amministratori giudiziari, senza che cio’ dia luogo ad ipotesi corruttive. Diversamente, chi e’ in qualche modo legato da parentela con un magistrato non potrebbe svolgere alcuna attivita’ libero-professionale nei distretti delle Corti d’Appello ove il congiunto esercita le sue funzioni, cosa che, invece, avviene costantemente e senza rilievo alcuno”.

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