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Mafia: sequestro da 800 milioni a commercialista dei boss

Redazione

Mafia: sequestro da 800 milioni a commercialista dei boss

Gio, 07/05/2015 - 12:12

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VILLABATE – La Dia ha eseguito un provvedimento della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, di sequestro di beni mobili e immobili, rapporti bancari e il capitale sociale di alcune aziende con sede in città e in provincia intestate al commercialista Giuseppe Acanto, 55 anni, ritenuto legato alla famiglia mafiosa di Villabate. Il valore del patrimonio sequestrato è di circa 800 milioni di euro. Il sequestro e’ stato disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, su proposta del direttore della Dia, Nunzio Ferla.

   Acanto in passato era stato indagato per associazione mafiosa e l’inchiesta nei suoi confronti era stata archiviata. Era stato anche sfiorato dalle indagini su Giovanni Sucato, il “mago dei soldi” che nei primi anni ’90 aveva truffato migliaia di siciliani promettendo di restituire raddoppiate le somme che gli venivano affidate per essere investite, e che fu ucciso il 31 maggio del 1996.
Dal 2004 al 2006 era stato deputato regionale supplente nella tredicesima lesgislatura dell’Ars per la lista del Biancofiore, collegata all’allora presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, che attualmente sconta a Rebibbia una condanna a 7 anni per favoreggiamento aggravato di Cosa Nostra. Acanto, che alle elezioni aveva ricevuto 1.941 voti, pari all’8,78% dei 22.107 complessivamente riportati dalla lista, era subentrato quale primo dei non eletti all’ex maresciallo dei carabinieri Antonio Borzacchelli, arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulle ‘talpe alla Dda’, la stessa che ha portato alla condanna di Cuffaro. Acanto si era insediato all’Assemblea regionale siciliana il 22 aprile del 2004 e si era iscritto al gruppo del Movimento di iniziativa popolare. Nei suoi due anni da deputato non era stato presentatore di alcun disegno di legge, anche se aveva firmato 8 testi proposti da altri colleghi. La sua attivita’ parlamentare era consistita in due interrogazioni, una per chiedere un’ispezione nel Comune di Polizzi Generosa (Palermo) e l’altra per opporsi alla chiusura dell’ufficio dell’Agenzia delle entrate “Palermo 3”, e in un ordine del giorno, volto a sollecitare il rinnovo del contratto di lavoro degli operai idraulico-forestali.

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