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Codice contratti pubblici di lavori. Interrogazione M5S

Redazione

Codice contratti pubblici di lavori. Interrogazione M5S

Mar, 12/05/2015 - 09:55

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La deputata Cinquestelle Azzurra Cancelleri: “Aggiunta una norma che vìola il principio di parità di trattamento con aumento dei costi per le imprese”

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Caltanissetta “La burocrazia come vero e proprio strumento di tortura dello sviluppo del nostro paese”. A dichiararlo è la parlamentare del Movimento 5 Stelle Azzurra Cancelleri, promotrice di una interrogazione al Governo sull’introduzione di un nuovo comma al codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.

“L’iter della gestione degli appalti pubblici – spiega la componente della commissione attività produttive alla Camera – si è arricchito di un ulteriore cavillo che vìola il principio di parità di trattamento/pari condizioni con in più l’aumento dei costi per le imprese che dovranno pagare una sanzione per essere riammesse alla gara a cui hanno partecipato. Con l’art.39 comma 1 del Decreto legge 90/2014 viene inserito all’art.38 del decreto legislativo 163/2006 il comma 2-bis che determina un aumento dei costi da sostenere sia per quanto riguarda le aziende partecipanti che vogliono avvalersi del soccorso istruttorio sia per la pubblica amministrazione. Gli imprenditori che vorranno partecipare a una gara dovranno mettere in conto, oltre all’aumento della burocrazia, anche il costo della sanzione pecuniaria prevista. L’effetto potrebbe far registrare un aumento dei ricorsi da parte delle imprese con documentazione regolare e conseguentemente anche dei tempi di aggiudicazione dell’appalto poiché si parla di irregolarità essenziale”.

“A quanto risulta – prosegue la parlamentare nissena – solo l’Italia prevede una sanzione di questa tipologia e in più non c’è un adeguamento del nostro Paese alla standardizzazione europea dei documenti da presentare alle stazioni appaltanti. Cosa grave è che su questa legge, manca una valutazione d’impatto. Per queste ragioni ho chiesto al Governo se vi sia il rischio di un aumento dei contenziosi e dei costi sia per le aziende partecipanti al bando sia per la pubblica amministrazione e se la norma, di cui al comma 2-bis sopra citato, sia conciliabile con il principio dettato dall’Europa di procedure d’appalto comuni. In particolare – conclude la deputata – se il Ministro interrogato non ritenga ancora più grave permettere, tramite pagamento di sanzioni e anche per irregolarità essenziale, l’ammissione in gara di aziende che alla scadenza del bando non presentavano documentazione regolare a discapito di quelle che invece forniscono tutto quanto richiesto dal bando entro la scadenza dei termini”.

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