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Giudice di pace, Calà revoca l’atto di mantenimento degli uffici

Redazione

Giudice di pace, Calà revoca l’atto di mantenimento degli uffici

Ven, 12/12/2014 - 08:35

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Sindaco (1)MUSSOMELI – Qualche giorno fa lo aveva minacciato; adesso dalla provocazione è passato ai fatti. Il sindaco Salvatore Calà, indispettito per il mancato aiuto dei colleghi dei paesi vicini, ha ufficialmente revocato l’atto che manteneva l’Ufficio del giudice di pace a Mussomeli. Ora senza tale atto, il Ministero della Giustizia nei prossimi giorni potrebbe annunciare la chiusura della struttura decentrata del Tribunale. Qualche giorno fa, Calà si era sfogato contro le Amministrazioni comunali degli altri paesi del Vallone che dapprima avevano firmato un accordo per mantenere gli uffici, assicurando anche un impegno finanziario, poi, al momento di mettere mano al portafogli e confermare le promesse, si sono dileguate. E dire che Mussomeli, da sola, aveva garantito il pagamento di oltre il 50% delle spese, mettendo a disposizioni uomini oltre la struttura che avrebbe accolto il Giudice di pace, al momento ospitato in un edificio privato. Un costo di circa 50 mila euro all’anno su una spesa complessiva di 90. La rimanente parte sarebbe dovuta cadere sulle spalle dei Comuni più vicini; ma le singole Giunte, tranne quella di Acquaviva, in tempi di vacche magre e di bilanci in alcuni casi nemmeno approvati, non se la sono sentita di ratificare gli accordi presi mesi fa. Oramai da solo, il primo cittadino mussomelese ha firmato un atto ufficiale che conferma l’intenzione di sfilarsi da quella cordata di salvataggio che proprio l’Amministrazione Calà aveva guidato. “Con delle note- scrive il capo dell’esecutivo locale- era stato chiesto ai sindaci formale impegno economico per confermare la volontà del mantenimento dell’ufficio. Ad oggi è pervenuta la disponibilità solo da parte del sindaco di Acquaviva. Il Comune di Musomeli, pur riconoscendo il rilevante interesse pubblico al mantenimento dell’Ufficio, non può assumersi maggiori oneri per la gestione e il mantenimento, in quanto l’impegno di ulteriore somma per un servizio non di competenza del Comune comprometterebbe la già precaria situazione finanziaria in cui versa l’ente, che ad oggi risulta sprovvista del bilancio di previsione 2014. Inoltre la Corte dei Conti ha intimato al Comune di adottare ogni misura di riduzione della spesa attraverso interventi di razionalizzazione”. Calà però lascia aperto uno spiraglio: “Ci dichiariamo in futuro, in presenza dell’adozione da parte degli alti enti di deliberazione di assunzione dell’impegno, disponibili a rivedere la posizione assunta”.