CALTANISSETTA – Anche se con amarezza non sono per nulla meravigliato dalla incivile contestazione accaduta nei confronti di Michele Campisi. Ferma la solidarietà nei confronti dei lavoratori, e non, che vivono drammatici momenti di difficoltà per se stessi e le loro famiglie, quel che è accaduto a Michele Campisi è l’ultimo atto vissuto in diretta di un vero e proprio “sindachicidio”.
Michele Campisi, per una sorta di stratificazione negativa, che non valuta il merito, spesso in uso nella nostra Città, qualunque cosa facesse è stato criticato e contestato, a cominciare da alcuni suoi pseudo amici di partito, ed anche se avesse ricoperto d’oro Caltanissetta sarebbe stato sempre attaccato.
Perché Campisi è stato un buon Sindaco? Perché ha fatto quello che oggi si richiede che faccia un Sindaco: risanare i bilanci del Comune perché questo è l’unico strumento per riattivare, in un domani il più vicino possibile, politiche virtuose per la ripresa economica e per agevolare l’occupazione.
Non ha sperperato danaro pubblico per manifestazioni frivole e circensi e pseudo culturali, per accattivarsi noti centri di potere con prebende e consulenze, non ha illuso i precari ed i disoccupati. Ed ha fatto bene anche se comportandosi diversamente oggi avrebbe giudizi positivi, ma effimeri.
Con queste stesse logiche il centro – destra ha bruciato candidature alternative e prestigiose, prima fra tutte quella di Sergio Iacona e non è riuscito a ricompattarsi consentendo la candidatura di Michele Giarratana e perdendo così il suo bagaglio di esperienza amministrativa.
La scelta di Gioacchino Lo Verme, a questo punto, è doverosa e mi auguro che possa servire nel secondo turno a ricompattare tutto il voto moderato come ho sempre auspicato perché Caltanissetta non ha bisogno di parcellizzazione della politica o di improprie ammucchiate di liste ma di seri programmi tra gruppi omogenei che si confrontino lealmente per tutelare al meglio gli interessi ed i diritti dei cittadini.

