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A Cefalù il primo confronto tra i candidati governatori:”Dimenticare Lombardo”

Redazione

A Cefalù il primo confronto tra i candidati governatori:”Dimenticare Lombardo”

Ven, 07/09/2012 - 00:02

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PALERMO – E’ andato in scena a Cefalu’ il primo confronto tra i candidati presidenti della Sicilia. Una decina in tutto, convenuti su iniziativa del Festival internazionale del gelato artigianale. E, in effetti, anche di aspiranti governatori, ce n’e’ per tutti i gusti. Un appuntamento, in vista del voto del 28 ottobre, che scivola senza particolari sussulti e che si accende quando si parla di legalita’ e viene evocato, nominato o no, ingombrante come sempre, Raffaele Lombardo, da cui tutti, fra quanti lo hanno in vario modo sostenuto, intendono smarcarsi.

Parla Claudio Fava, espressione di Sel, Idv, ma anche di una vasta area di opinione e impegno che va da Nando Dalla Chiesa a Rita Borsellino. Parla dello “spread catastrofico e incolmabile” tra la domanda e il percorso di legalita’ che c’e’ nella societa’ civile, e i comportamenti dell’Assemblea regionale siciliana “dove si e’ creata una maggioranza trasversale” attorno a scelte discutibili e imbarazzanti, dice davanti al capogruppo del Pd Antonello Cracolici, presente in platea. Quella stessa maggioranza trasversale che “invece di presentare una mozione di sfiducia a un Lombardo inquisito per mafia, si e’ fatta dettare tempi e modi delle dimissioni”.  Qui si capisce che l’obiettivo delle sue parole non e’ solo il governatore uscente, ma anche quelli che sono stati i suoi alleati, dal Pd all’Udc.

Quei partiti che, insieme ad Api, sostengono l’europarlamentare democratico ed ex sindaco antimafia di Gela Rosario Crocetta, che scandisce: “Mi hanno detto di essere l’erede del lombardismo e cuffarismo. A me che ho combattuto la mafia… Ci vuole proprio molta fantasia.

Rivendico il mio passato e anche la volonta’ di riunire attorno a me quanti vogliono cambiare questa terra, a prescindere dalle tessere di partito”. Un messaggio a quanti hanno criticato il fatto di avere al suo fianco l’ex sindaco Pdl di Ragusa Nello Dipasquale. Poi tocca a Nello Musumeci. Assicura l’uomo di Pdl, La Destra e Pid: “Nelle mie liste non ci saranno candidature che violino il codice antimafia. La battaglia per sconfiggere la mafia e’ dura, ma e’ possibile vincerla. Occorre, pero’, che il governatore non sia ricattabile, neppure dai partiti. Conta la credibilita’. Tutti dobbiamo iscriverci al partito della rivincita e non della rassegnazione”.  Per Gianfranco Micciche’, che riunisce Grande Sud, Fli e il Partito dei siciliani, erede del Mpa di Raffaele Lombardo (“ma lui non c’e'”, tiene a precisare), c’e’ un meccanismo che favorisce l’atteggiamento mafioso. Quando per mettere un pannello fotovoltaico hai bisogno di 28 autorizzazioni, si crea un sistema vessatorio che favorisce il circolo delle tangenti. Ci siamo impegnati a far votare una legge, una volta eletti, che elimina questo sistema”. Quindi Lombardo: “Tutti dobbiamo fare un mea culpa. Il Pdl lo ha voluto, anche io, come Grande Sud, fino a un certo punto l’ho sostenuto, cosi’ come il Pd e l’Udc. Abbiamo sbagliato e gli errori sono stati di tanti, ma abbiamo intrapreso una nuova strada. E ora e’ piu’ utile piu’ che cercare chi ha infettato la Regione, trovare le cure per risanarla”.  A creare scompiglio e’ il leader dei Forconi Mariano Ferro: “Il vero problema e’ la mafia o lo Stato? Quello che vede un commerciante o un piccolo imprenditore come me, non e’ l’estortore che vuole il pizzo, ma la Serit che ti strangola con le cartelle esattoriali o la banca che non concede il credito. E’ questo che alimenta il messaggio mafioso. In questa terra la mafia non e’ quella della lupara”. E ancora: “Hanno detto e scritto che tra i forconi c’e’ la mafia. Ma noi siamo solo poveracci, straccioni e ignoranti che vogliono governare questa regione e se potranno farlo la cambieranno. E la prima cosa da fare e’ sostituire il materiale umano che ha ridotto cosi’ la Sicilia. Crocetta, Fava sono brave persone, ma dietro ci sono coloro che hanno rovinato questa terra”.  Tra i candidati anche Giancarlo Cancelleri, 37 anni, esponente dei Movimento 5 stelle: “Bisogna ridare dignita’ alla classe politica che deve fare sacrifici, tagliare gli stipendi, abolire i benefit. Un deputato non deve guadagnare piu’  i 2.500 euro, e noi lo faremo subito una volta eletti, che ci sia o no una legge; il resto lo faremo confluire in un fondo per interventi sociali”.

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