CALTANISSETTA – Organizzato dalla sezione nissena di SiciliAntica, grazie all’impegno dei membri del comitato organizzatore, Massimo Arnone, Lillo Micciché, Simona Modeo e Luigi Santagati, coordinati dalla Presidente dell’Associazione, Marina Congiu, ha preso l’avvio il Progetto “Neos”, una encomiabile iniziativa destinata a giovani studiosi e ricercatori che ha subito ottenuto il patrocinio degli Assessorati alla Cultura della Provincia Regionale e del Comune di Caltanissetta e della Pro Loco. Il Progetto prevede sei sessioni che vedrà protagonisti nella nostra città nella Sala degli Oratori del Museo Tripisciano di Palazzo Moncada, messo a disposizione dal Comune e dalla ProLoco, numerosi studiosi (laureati, specializzati o dottorati in archeologia e/o beni culturali) con interessanti e spesso originali ricerche su varie tematiche che coprono un ampio arco temporale dalla preistoria al tardo Rinascimento e che saranno presentate da illustri rappresentanti dell’archeologia siciliana.
Della prima sessione, svoltasi il 27 gennaio, dopo i saluti di Marina Congiu, degli Assessori Pietro Milano e Loredana Schillaci, del Presidente regionale di SiciliAntica, Giuseppe Lo Porto, del Presidente della Pro Loco, Salvatore Rovello, e le introduzioni del Prof. Oscar Belvedere (Università di Palermo) e del Prof. Massimo Cultraro (CNR di Catania), sono stati protagonisti con tre brillanti relazioni Silvana Chiara (“Minima signa: osservazioni sul processo di minimizzazione nella documentazione archeologica dell’Egeo tra Neolitico finale e Bronzo Antico”), Calogero Palumbo (“Il ‘Brassard’ nell’Eneolitico. Tipologia e funzione”) e Daniela Carta (“Nelle ricche terre di Kokalos: documentazione archeologica e risorse geo-minerarie per una nuova lettura della presenza egea nella Sicilia del II millennio a.C.”). Le altre sessioni, che saranno presentate in successivi comunicati stampa, si svolgeranno il 25 febbraio, il 16 e il 31 marzo, il 13 e il 27 aprile e saranno introdotte dal Prof. Massimo Frasca (Direttore della Scuola di specializzazione Beni archeologici dell’Università di Catania), dalla Prof.ssa Chiara Portale (Università di Palermo), dalla Prof.ssa Rosalba Panvini (Università di Catania), dalla Prof.ssa Lucia Arcifa (Università di Catania), dal dott. Giuseppe Cacciaguerra (IBAM-CNR di Catania).
Le ricerche che i giovani dottori presenteranno riguardano vari ambiti geografici, siciliani e non, e afferiscono a diverse tematiche storico-archeologiche, archivistiche e storico-artistiche. Lo scopo del Progetto, a cui mira l’iniziativa di SiciliAntica, è quello di dare la possibilità alle nuove generazioni di studiosi di far conoscere il frutto delle loro ricerche universitarie che spesso rimangono chiuse in un cassetto non avendo occasione di essere presentate in Convegni istituzionali. A conclusione dei cicli di seminari, sarà realizzato un DVD contenente i contributi dei giovani Studiosi che sarà presentato in occasione del IX Convegno nazionale di studi “La Sicilia del IX secolo tra Bizantini e Musulmani” che si svolgerà a Caltanissetta nel prossimo mese di maggio e al quale parteciperanno numerosi illustri studiosi.
In un momento in cui “investire sui giovani” è diventato un slogan sbandierato da più parti, rischiando di diventare, purtroppo, un luogo comune, in un momento in cui la politica nel suo intero arco comprendente anche il governo “tecnico” attualmente in carica sembra voler “rilanciare” più che in passato il lavoro precario permanente sbarrando con un vistoso e scandaloso innalzamento dell’età pensionabile l’acceso al mondo del lavoro da parte delle nuove generazioni (si rifletta sulla lucida ma impietosa analisi di Pietro Barcellona su “La Sicilia” del 5 febbraio, p.19) e le nostre migliori intelligenze sono costrette ad emigrare, l’iniziativa della sezione nissena di SiciliAntica mi sembra particolarmente interessante per svariate ragioni. Dare spazio ai giovani, offrendo loro un attimo di visibilità per le loro ricerche, risultato degli studi universitari o esito di un impegno post lauream è, a mio avviso, di per sé lodevole; certo non potrà garantire ai giovani uno sbocco professionale nell’ambito della ricerca archeologica o dei beni culturali, ma almeno potrà offrire una seppur minima gratificazione che possa essere anche di incoraggiamento per un futuro che si presenta tutt’altro che roseo.
Prof. Calogero Micciché

