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Sanremo: sul palco dell’Ariston il “triste predicatore” Celentano attacca Chiesa e giornali cattolici

Redazione

Sanremo: sul palco dell’Ariston il “triste predicatore” Celentano attacca Chiesa e giornali cattolici

Mer, 15/02/2012 - 00:37

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SANREMO – Sirene, fragore di esplosioni, fiamme, le immagini che si ribaltano mentre le comparse si accasciano al suolo e aerei bombardano l’Ariston, che esplode mentre tutti fuggono. Immagini potenti – alcune simulate, altre storiche come quelle dello sbarco in Normandia – introducono l’ingresso in scena di Adriano Celentano sul palco dell’Ariston.

«Giornali inutili come Avvenire, Famiglia Cristiana andrebbero chiusi definitivamente», perché si occupano di «politica» anzichè «di Dio e dei suoi progetti»: è l’affondo di Adriano Celentano che dal palco dell’Ariston si rivolge anche a «preti e frati» e dice loro: «Perché non parlate del Paradiso?».

Avvenire e Famiglia Cristiana, ha detto ancora Celentano, «non hanno idea di quanto può essere confortante per i malati leggere di ciò che Dio ci ha promesso. Famiglia cristiana e Avvenire non la pensano così, per loro discorso di Dio occupa poco spazio, lo spazio delle loro testate ipocrite come le critiche che fanno a uno come Don Gallo che ha dedicato la sua vita ad aiutare gli ultimi. E di ultimi ce ne sono tanti, come gli operai che dall’8 dicembre stazionano giorno e notte al freddo e al gelo alla stazione centrale di Milano per protestare contro la cancellazione dei vagoni letto».

Quanto a preti e frati, «non parlano mai del paradiso, come a dare l’impressione che l’uomo sia nato solo per morire, ma le cose non stanno così. Siamo nati per vivere, ma che cazzo di vita è questa, con lo spread, l’economia, le guerre?», insiste “il molleggiato”.

Nella performance di Adriano Celentano a Sanremo ce n’è anche per la Consulta che ha bocciato i referendum abrogativi della legge elettorale: «Di Pietro, Parisi, Segni hanno raccolto un milione duecento mila firme che la Consulta ha buttato nel cestino. C’è qualcosa che non va: o è la Consulta che sbaglia o bisogna cambiare vocabolario». Subito prima Rocco Papaleo aveva letto che «la Costituzione italiana sancisce che il potere sovrano appartiene al popolo che esercita un potere pieno e indipendente».

Gianni Morandi condivide: «Bocciando il referendum la Consulta ha tolto la parola ai cittadini». Poi però Celentano mette sull’avviso il direttore generale della Rai, Lorenza Lei: «Guardi che con queste cose che ha detto Morandi sulla Consulta io non c’entro niente, le ha dette lui». E Morandi: «È vero, le ha scritte lui ma le ho dette io». Adriano ne ha anche per il dg: «Ho capito perché si chiama Lei, perché vuole mantenere le distanze: anche con Michele Santoro… l’ha distanziato mica male». Morandi commenta. «Anche lì non è stata una cosa molto bella». E ancora Celentano. «Non dirai mica che la Rai censura?».(Tratto da Il Secolo XIX)

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 httpv://youtu.be/_AEG5W7ptvk

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