CALTANISSETTA – Una petizione, che mira a raccogliere diecimila firme, da presentare all’assessorato regionale agli Enti locali per far valere l’atto di indirizzo votato a maggioranza dal consiglio comunale per la revoca in autotutela dell’aumento del 40% della Tarsu deliberato nel 2010 dalla giunta Campisi è l’iniziativa che è stata presentata ieri mattina nella conferenza stampa convocata a Palazzo del Carmine dai gruppi consiliari di opposizione e da singoli consiglieri, affiancati dai rappresentanti dei comitati di quartiere. All’incontro erano presenti anche i rappresentanti delle segreterie cittadine del Pd e dell’Idv. “Riteniamo grave segno di arroganza – ha detto il segretario cittadino del Pd Angelo Lomaglio – la risposta che il sindaco Campisi ha dato alla richiesta avanzata con il nostro atto di indirizzo: ha infatti comunicato di non voler procedere alla revoca. Per queste ragioni continuiamo a pensare che questa revoca sia un provvedimento necessario, compatibile con l’attuale situazione economica e finanziaria del comune, che deve essere concertata per cercare di trovare soluzioni che non vedano da un lato, come accade in questi giorni, i rifiuti nelle strade cittadine e gli operatori ecologici non pagati e dall’altro lato gravare sulle spalle dei contribuenti un carico assolutamente inaccettabile”. Le firme raccolte saranno consegnate all’assessore regionale agli Enti locali Chinnici perché la Regione, che è preposta al controllo degli atti di indirizzo consiliari, pretenda che il sindaco osservi quanto prescritto dalla legge, revocando dunque la delibera di aumento della Tarsu dichiarata illegittima.
“Vogliamo coinvolgere i cittadini – ha detto il vice-segretario regionale dell’Idv Salvatore Messana – in una forma di democrazia partecipativa: la maggiore parte dei cittadini di Caltanissetta non è nelle condizioni di pagare questo aumento ed è giusto anche ricordare che questo fa riferimento al 2010 e che fra poco arriveranno le bollette del 2011, che sarano comprensive della precedente tassa e dell’aumento e che si sovrapporranno a queste somme e non è possibile da parte dei cittadini pagare tanto, bisogna trovare altre soluzioni. Ad esempio, qualcuno ci deve spiegare perché il comune non contribuisce come faceva prima con quasi 5 milioni di euro a questi costi e ha diminuito la sua parte ad appena un milione e 700mila euro, ponendo la differenza a carico dei cittadini. Qualcuno ci deve spiegare perché queste manovre, che possono anche essere dolorose, non aggrediscono il debito pregresso ma servono per tenere in equilibrio il conto dell’anno di competenza”.
“E’ giusto che i cittadini facciano quello che ritengono più giusto fare – ha detto il consigliere Lo Valvo – ma riteniamo che i partiti debbano prendersi una loro responsabilità diretta e cercare, come partiti, di trovare soluzioni adeguate per risolvere i problemi”.