Nel programma nazionale esiti (PNE) dell’Agenas 2025 relativo al 2024 in tutta Italia sono 198 le strutture sanitarie classificate come basso livello e 43 tra esse sono siciliane. Il report è stato presentato a Roma e sottolinea che seppur “la qualità dell’assistenza migliora”, “il sistema rimane segnato da forti diseguaglianze territoriali e da un divario Nord-Sud”.
I criteri per selezionare le strutture per il percorso integrato di audit sono 2:
– livello molto basso (rosso) di aderenza agli standard di qualità negli ultimi due anni di valutazione, su almeno un indicatore di processo o di esito del treemap.
– criticità nella codifica delle variabili cliniche o dei campi relativi alla data e ora di intervento.
Secondo tali criteri, nell’Edizione PNE 2025 sono state segnalate in tutta Italia 198 strutture, per complessivi 333 audit (nell’88% dei casi legati ai risultati di livello molto basso). Il dato risulta comunque in miglioramento rispetto allo scorso anno (239 strutture e 404 audit).
Non solo ombre, tuttavia, per la Sicilia: ad esempio nell’ambito cardiocircolatorio tra le strutture con “livello molto alto” figura l’azienda ospedaliera per l’emergenza Cannizzaro di Catania.
Nella Chirurgia oncologica tra le eccellenze c’è l’ospedale “La Maddalena” di Palermo. Inoltre nell’ambito osteomuscolare sono considerate nel livello molto alto l’ospedale Trigona di Noto, le Casa di Cura Villa dei Gerani e Sant’Anna (Erice), la Casa di Cura Santa Lucia (Siracusa), Villa Salus (Melilli), le Case di Cura Carmona, Orestano, Noto, Latteri, Igea (Palermo) e Valsalva (Catania), l’ospedale di Lentini, il Private Hospital Argento e l’Istituto Clinico Vidimura (Catania).

