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Caltanissetta, la soprintendente Daniela Vullo rompe il silenzio: «Più attenzione alla tutela vera del patrimonio, meno slogan»

Redazione

Caltanissetta, la soprintendente Daniela Vullo rompe il silenzio: «Più attenzione alla tutela vera del patrimonio, meno slogan»

Lun, 28/07/2025 - 13:00

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CALTANISSETTA – Dopo giorni di polemiche accese sulla vicenda della demolizione dell’antenna Rai, tra post infuocati, accuse trasversali e prese di posizione contrapposte, arriva una riflessione misurata ma profondamente densa di contenuti da parte dell’architetto Daniela Vullo, soprintendente ai Beni culturali per la provincia di Caltanissetta. Lo fa con un lungo post pubblicato sul proprio profilo Facebook, in cui sceglie di non alimentare il dibattito sterile e spesso scomposto, ma di proporre due spunti di riflessione che — sottolinea — sono espressi a titolo personale, ma che non mancheranno di stimolare un confronto più consapevole.

«Ho aspettato alcuni giorni prima di scrivere qualcosa sull’argomento “Antenna” – esordisce – perché, mio malgrado, sono stata bersaglio di attacchi non solo professionali, ma anche personali. Tuttavia, non intendo replicare ad alcun commento, neanche ai più sgradevoli. Il mio intento è solo quello di condividere alcune riflessioni, nella speranza che possano essere utili».

La prima riguarda un aspetto centrale e spesso dimenticato nel dibattito pubblico: la sicurezza. «In quasi tutti i post – osserva Vullo – nessuno ha mai fatto cenno alle conseguenze legate a un possibile collasso strutturale dell’antenna. Dico “possibile” e non “ipotetico” perché si tratta di una criticità acclarata da relazioni tecniche altamente qualificate. Eppure, la sicurezza sembra contare meno dell’identità, almeno per una parte dell’opinione pubblica nissena». La soprintendente richiama anche l’autorevole e reiterato intervento della Prefettura, citato nella recente sentenza del TAR, e le dichiarazioni del sindaco sulla pericolosità del traliccio. Ma, denuncia, tutto questo è stato messo in discussione dai cosiddetti “leoni da tastiera”, che si sono concentrati invece nel mettere in dubbio le competenze e la credibilità degli attori istituzionali.

A rafforzare il proprio punto di vista, l’architetto invita a guardare un video pubblicato da un noto commerciante della zona, il quale — seppur con toni coloriti e fuori dagli schemi — ha trasmesso con forza il senso di insicurezza vissuto da chi abita nei pressi dell’antenna. «Non è un tecnico – scrive Vullo – ma un semplice cittadino che ha reso perfettamente l’idea di cosa significhi non sentirsi al sicuro nella propria casa».

Il secondo tema toccato dalla soprintendente riguarda invece il silenzio assordante di fronte a ciò che davvero andrebbe difeso e valorizzato: i beni monumentali della città, spesso dimenticati. «Perché – si chiede – non c’è mai stata una mobilitazione per la cinquecentesca chiesa dell’Assunta, rimasta chiusa per decenni a causa delle infiltrazioni provenienti dal tetto dell’ex ospedale Vittorio Emanuele? Adesso è in fase di restauro, grazie a un finanziamento di circa un milione di euro ottenuto dal Ministero dell’Interno, anche a seguito delle richieste continue e pressanti della Soprintendenza».

Un impegno concreto che, secondo Vullo, andrebbe riconosciuto, ma che raramente viene menzionato. «In questo momento – aggiunge – stiamo lavorando al restauro della chiesa di Santa Croce, sia all’interno che all’esterno. Lo stesso vale per la chiesa di San Francesco e per quella della Provvidenza. E poi c’è il recupero del complesso di Santa Maria degli Angeli, dove presto trasferiremo gli uffici: un luogo per troppo tempo lasciato all’incuria, ora finalmente restituito alla città anche come spazio di aggregazione religiosa e culturale». Una trasformazione silenziosa, che però parla con i fatti.

In chiusura, Vullo ribadisce che non risponderà ad alcun commento. «Continuerò a lavorare in silenzio per raggiungere i miei obiettivi. Questi spunti, espressi a titolo personale, sono destinati a chi vorrà leggerli con attenzione, soprattutto a quanti — pur di avere un attimo di visibilità — attaccano tutto e tutti senza conoscere realmente fatti e documenti».

Una riflessione sobria, ma affilata. Che non cerca consensi facili né ribalte, ma chiede una cosa semplice: meno slogan, più responsabilità. E soprattutto, più attenzione alla tutela vera del patrimonio culturale.

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