Salute

Caltanissetta. Ccnl scaduto da anni, la Regione non dà risorse per rinnovo: sciopero a Casa Rosetta e appello al sindaco per un’azione incisiva del Comune

Redazione 1

Caltanissetta. Ccnl scaduto da anni, la Regione non dà risorse per rinnovo: sciopero a Casa Rosetta e appello al sindaco per un’azione incisiva del Comune

Mar, 20/05/2025 - 15:09

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CALTANISSETTA. Giovedì 22 maggio i dipendenti dell’Associazione Casa Rosetta e di altre strutture private del terzo settore parteciperanno allo sciopero nazionale indetto da Cgil, Cisl e Uil per sollecitare il rinnovo del contratto nazionale di lavoro Aiop-Aris del settore della sanità privata nel quale rientrano i servizi erogati da Casa Rosetta in convenzione con il Servizio sanitario regionale: a Caltanissetta due comunità terapeutiche per le tossicodipendenze, un centro di riabilitazione neuro psicomotoria, due comunità alloggio per disabili psichici, una comunità residenziale per malati di Aids. A Caltanissetta, inoltre, Casa Rosetta ha istituito e sostiene soltanto con proprie risorse altri servizi essenziali – un centro di ascolto per adolescenti, un servizio non residenziale per giocatori d’azzardo compulsivi – che non ricevono alcun sostegno economico da Asp, Comune o altre istituzioni.

“Casa Rosetta – si legge in una nota dell’Associazione – comprende le ragioni dei 240 dipendenti (moltissimi dei quali si impegnano con generosa abnegazione, oltre il dovere contrattuale) e le sostiene con vigore da anni anche all’interno dell’associazione datoriale Aris, dove ha più volte stimolato incisive azioni nei confronti di Regioni e Ministero della Salute. Ma non c’è finora disponibilità concreta delle Regioni a coprire il maggior costo del rinnovo contrattuale che Casa Rosetta, come le altre affiliate, non potrebbe sopportare”. Le rette per i servizi in convenzione con l’Asp sono infatti invariate dal 2014 per le tossicodipendenze e dal 2015 per la riabilitazione, e la Regione nega anche l’adeguamento annuale all’indice Istat”.

Il presidente dell’Associazione, Giorgio De Cristoforo, ieri ha anche scritto al sindaco e al presidente del consiglio comunale chiedendo loro di valutare “l’opportunità, anzi la necessità, di una presa di posizione del Comune di Caltanissetta nei confronti della Regione affinché siano reperite le risorse per finanziare il rinnovo contrattuale di questo personale della sanità privata siciliana, così come la Regione ha già fatto nei mesi scorsi per il rinnovo del contratto di lavoro dei dipendenti regionali che attendevano dal 2019. I dipendenti della sanità privata non vogliono sentirsi “figliastri” della Regione”.

Il Contratto nazionale di lavoro del quale i dipendenti sollecitano il rinnovo è stato firmato il 5 dicembre 2012. “L’anno scorso aggiunge il presidente di Casa Rosetta – è stato fatto un accordo-ponte che ha prodotto limitatati benefici economici al personale, ma per Casa Rosetta ha aumentato di 8,5% il costo del lavoro. I sindacati hanno più volte chiesto l’apertura di trattative nazionali per il rinnovo, l’Aris e l’Aiop hanno dichiarato disponibilità a condizione che le Regioni si impegnino a coprire il maggior costo del lavoro. La Conferenza Stato-Regioni ne ha discusso più volte, ha fatto qualche promessa ma non ha deliberato la disponibilità richiesta. In Sicilia il diniego della Regione è motivato col fatto che la spesa sanitaria regionale è bloccata fino al 2026 dal cosiddetto “piano di rientro”.

“Il blocco – scrive ancora il presidente De Cristoforo – sta spingendo gli enti del terzo settore come Casa Rosetta verso condizioni di collasso economico. Casa Rosetta ha dovuto tagliare spese non urgentissime di manutenzione o altro e ha chiuso il bilancio 2024 con un attivo simbolico e ciò soltanto grazie a entrate straordinarie (vendita di un immobile, utilizzo di un credito d’imposta) non ripetibili. Ritengo – ha scritto il presidente De Cristoforo – che sia primario e doveroso interesse del Comune di Caltanissetta assicurare il mantenimento dei servizi socio-sanitari per parecchie centinaia di concittadini in gravi difficoltà. Casa Rosetta, ente del terzo settore, opera in regime di sussidiarietà, cioè grazie alle sue prestazioni i cittadini in difficoltà possono fruire di servizi che le strutture pubbliche non arrivano a fornire. Il mancato adeguamento delle rette, oltre a penalizzare il personale, minaccia di mandare all’aria il bilancio dell’Associazione, faticosamente portato in equilibrio in questi anni. La conseguenza sarebbe la riduzione dei servizi e la perdita di posti di lavoro: una sciagura per una città come la nostra, già pesantemente in crisi”.