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Caltanissetta, Cooperativa Etnos: “La burocrazia ci umilia come persone e come professionisti”

Redazione 2

Caltanissetta, Cooperativa Etnos: “La burocrazia ci umilia come persone e come professionisti”

Ven, 24/06/2022 - 10:46

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“Siamo pronti ad andare avanti con azioni eclatanti per dire “Basta” a un sistema burocratico che ci sta umiliando come persone e come professionisti”. Questo, il grido d’aiuto dei dipendenti di Etnos, cooperativa sociale di Caltanissetta esausta, allo stremo delle forze a causa di un sistema che guarda ma non vuole vedere.

Una storia che, se fosse scritta in un poema epico, sarebbe ritenuta a tratti eccessivamente romanzata. Eppure, purtroppo, si tratta della realtà.

Per mettere in luce la vicenda e chiedere un supporto alle istituzioni per proporsi come mediatori, i dipendenti della cooperativa sociale avevano pure manifestato davanti la Prefettura. Un pomeriggio che poi si è concluso con l’impegno da parte dei vertici dell’istituzione, di aiutare la cooperativa a dialogare con l’Agenzia delle Entrate Riscossione Sicilia.

(leggi qui tutta la vicenda)

Un credito che Etnos deve versare anticipatamente anche se si trova in attesain attesa, da parte della pubblica amministrazione, di un credito pari a 1.000.000 €.

“Eppure – ha proseguito il presidente Fabio Ruvolo – il 19 marzo 2022 arriva la notifica di una cartella esattoriale dall’importo di circa 123.000 €. Tempestivamente si richiede, mediante mezzo PEC, all’agenzia delle entrate Riscossione Sicilia, la possibilità di rateizzare.

Il 22 aprile 2022 si procede all’invio della PEC ufficiale. Essendo urgente il bisogno di ricevere risposta sull’esito, poiché è necessario regolarizzare il DURC, indispensabile per sbloccare le somme utili al pagamento dei servizi sociali, vengono inviate oltre sei solleciti per ottenere risposta alla richiesta, legittima, di rateizzazione.

Le sollecitazioni non ricevono risposta, e il  silenzio amministrativo, dopo trenta giorni d’attesa, diventa motivo d’inquietudine. Vengono chiamati tutti gli uffici dell’Agenzia per acquisire informazioni su dove fosse istruita la pratica; ma il telefono squilla a vuoto”.

La Cooperativa Sociale Etnos svolge servizi di pubblica utilità nell’accoglienza e protezione di donne e di minori vittime di violenze, impiegando oltre 120 lavoratori all’interno della propria compagine organizzativa.

Per poter gestire una tale complessa organizzazione, dato che non entravano le legittime somme di denaro per il delicato lavoro sociale che si svolge all’interno, la Cooperativa ha richiesto anticipi bancari e per sbloccare i fondi di riserva straordinari. Ma la vicenda non si è conclusa.

“Il 6 giugno 2022 . hanno proseguito nel racconto che è sembrato più un’odissea nel mare di uffici e carte – si procede al pagamento dell’intero debito con gli interessi di mora per un importo superiore a € 125.000.

Il pagamento avviene tramite piattaforma PagoPA e la procedura si conclude a buon fine con l’immediata ricevuta di pagamento liberatoria che vale come quietanza secondo le disposizioni di legge”.

Una gioia che, purtroppo, è durata poco dato che, quando Etnos ha chiesto ai Comuni inadempienti di pagare, dopo circa sette giorni dal pagamento, è stato riscontrato che, nonostante la procedura sia andata a buon fine, la Pubblica Amministrazione non ha prelevato il denaro che, dunque, è rimasto a piena disponibilità della cooperativa.

“Quindi – hanno spiegato – la procedura si è perfezionata con la quietanza, ma di fatto il prelievo non è stato completato. Allarmati da questa vicenda, i cui effetti non sono attribuibili a una condotta della cooperativa sociale Etnos, si informa immediatamente la banca e si richiede il congelamento delle somme per l’intero importo, in attesa di avere risposta anche su questa incredibile situazione.

Si procede anche a ripetere il pagamento,  ma risulta impossibile perché compare in lavorazione e pertanto non è consentito il rinnovo del pagamento.

Nel frattempo, il 17 giugno e il 23 giugno 2022, l’Agenzia delle entrate Riscossione Sicilia notifica per PEC il pignoramento delle somme a garanzia da parte di due Comuni. Sicuramente procederà a tale azione di recupero sugli altri Comuni che pagheranno le prestazioni erogate.

A questo punto la cooperativa non può più sostenere i costi correnti di gestione delle attività di accoglienza e pagare gli stipendi agli operatori.

Siamo davvero disperati e nel silenzio più assoluto delle Istituzioni a cui ci siamo rivolti per sostenere la nostra battaglia sociale. Siamo davvero allo stremo delle energie e non comprendiamo perché dobbiamo morire per colpa di un sistema assassino e distruttivo”.

Nella foto: un momento della manifestazione “Dimettiamoci tutti” svolta lo scorso mese

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