Salute

Lato Finestrino: il romanzo di Mauro Rinaldi e il coraggio di guardare dal treno della vita

Marcella Sardo

Lato Finestrino: il romanzo di Mauro Rinaldi e il coraggio di guardare dal treno della vita

Lun, 24/01/2022 - 20:04

Condividi su:

Lato finestrino perché i tanti che preferiscono non vedere, fare finta di niente, quelli che insomma scelgono il lato corridoio, io non li sopporto.

Cosa si vede stando seduti dal “lato finestrino” di un treno? Mentre i binari guidano la vettura verso una strada tracciata, seguendo la via da percorrere a ciascun bivio, il passeggero che sta seduto in poltrona, con tranquilla serenità, ha la possibilità di “spaziare” e osservare ciò che lo circonda, “riavvolgere il nastro dei ricordi senza lasciare niente per strada” con la consapevolezza di poter guardare in modo critico e il coraggio di non voltarsi dall’altra parte ignorando ciò che ci circonda.

E’ questo il contesto attorno al quale Mauro Rinaldi costruisce il suo romanzo autobiografico. Riflessioni sulla furbizia all’italiana, raccontate da un uomo che, dopo un anno di pandemia trascorso tra 4 mura nell’attesa del vaccino, raccoglie le tappe di una storia vissuta in luoghi molto diversi tra loro.

E il lettore, in questo viaggio che si estende al di fuori di una visione introspettiva e spazia verso le vicende politico – sociali dell’Italia, si trova nel sedile adiacente, fermo ad osservare, con interesse e curiosità, ciò che ha di fronte. E da quel finestrino si osservano temi anche “scottanti” come la mafia, il malaffare e il perseverare con comportamenti sbagliati cui siamo ormai assuefatti e che tendiamo a derubricare a normalità. A volte anche e solo per inutile campanilismo. “Tutti atteggiamenti e pratiche che costringono tanti giovani, come lo fui io all’epoca, a emigrare, a perdere un pezzo di vita dei propri cari che nessuno ti restituirà”.

“Lato Finestrino” nasce dal bisogno dell’autore di far emergere il proprio dolore, quello provato per la perdita ravvicinata dei genitori. Una condizione, quella di diventare orfano, che per qualsiasi individuo, a prescindere dall’età, rappresenta uno spartiacque poiché, inevitabilmente, si perdono i punti di riferimento.

E nel vuoto dell’assenza ciascuno reagisce in modo differente. Mauro Rinaldi ha scelto di trasmettere al lettore un bagaglio umano caratterizzato da spunti di riflessioni e opportunità di crescita. Un contenitore culturale che rappresenta un mondo nel quale poter entrare e osservare da vicino. “Tanti scelgono il Lato Corridoio, preferiscono non vedere, fare finta di niente, quelli io non li sopporto, io sono un tipo che sceglie sempre il Lato Finestrino”.

Ripartendo dalle “radici” dei suoi genitori l’autore, con un ritmo sempre costante e periodi netti e scorrevoli, riporta le sue origini evidenziando come in un viaggio, per comprendere il presente e tracciare il futuro, sia necessario partire sempre dal passato.

Mauro è nato ad Avellino 53 anni ma ha vissuto a Caltanissetta dove la famiglia si è trasferita un anno dopo la sua nascita. Nella città del centro Sicilia ha vissuto fino al 1998 quando, per motivi di lavoro, si è spostato prima a Torino e poi a Roma dove adesso vive insieme alla moglie e il cane Nerone. Quest’ultimo è diventato, grazie alle sue passeggiate con il padrone, uno dei protagonisti del romanzo.

“Ho iniziato a scrivere in un periodo per me difficile a causa dalla scomparsa dei genitori e il successivo isolamento per il lockdown imposto dal contenimento della pandemia Sars Cov-2 – ha raccontato l’autore – . Avevo bisogno di distrarmi e l’attività prevalente, oltre al lavoro, era quella di uscire a passeggiare con il mio amico Nerone. E’ proprio lui il collante della narrazione e degli argomenti che, se a un primo impatto possono sembrare distanti, alla fine appaiono legati da un unico filo conduttore”.

Si definisce un “classico uomo medio, 175 cm, occhi castani, calvo e con la pancetta che vive di stipendio”. All’età di 40 anni ha contratto un mutuo ventennale per l’acquisto della prima casa e i suoi risparmi non superano mai le quattro cifre. Informazioni che, in apparenza, non comunicano “nulla di speciale” o di diverso da tanti suoi coetanei. Chiunque, in realtà, ha delle esperienze di vita, dei ricordi, delle informazioni che potrebbe raccontare. La vera differenza che allontana Mauro dall’essere semplicemente “un uomo medio”, è stata la voglia, il tempo e soprattutto la capacità di saper raccontare queste vicende con ironia, sincerità e profondità. Un irruente bisogno di esprimere a parole questi pensieri che, alla fine, sono stati raccolti nel “Lato Finestrino”.

“L’idea di questo libro è nata dal semplice istinto di trovare uno svago e, al contempo, di raccontarmi meglio a mio figlio, farmi conoscere da lui in modo profondo. Dopo aver concluso la prima stesura, però, il mio flusso di pensieri è diventato qualcosa di più grande. E di questo devo ringraziare i miei amici per il sostegno e l’incoraggiamento spingendomi a inviare il romanzo a qualche casa editrice”.

Mauro Rinaldi ha raccontato la genesi del suo romanzo e di come fosse contrario all’idea self publishing o di qualsiasi forma di pubblicazione che eludesse l’intermediazione di un editore o prevedesse nel contratto l’acquisto di un determinato numero di copie da parte dell’autore. Un concetto che snaturava l’idea iniziale che lo aveva portato a scrivere. Se non fosse riuscito a conquistare l’interesse di una casa editrice avrebbe stampato solo qualche testo in copisteria per poterlo regalare ad amici o parenti.

E fu così che ha selezionato 10 case editrici per far leggere il manoscritto, cliccando su “invio” senza alcuna pretesa. Dopo i primi complimenti accompagnati da un “è bello ma non sappiamo in quale collana collocare la tua opera”, a metà giugno, è arrivata la svolta.

“Sul mio computer – ha proseguito l’autore – si è visualizzata la mail di Edizioni Progetto Cultura. All’inizio c’erano analisi, appunti critici sul testo e pensavo che si concludesse con il solito complimento senza interesse. Ho provato una grande emozione quando ho letto, invece, che il mio manoscritto conteneva degli spunti geniali e che avevano il piacere di pubblicarlo. Ho condiviso subito il mio risultato con quegli amici che si erano prestati per leggere la bozza in modo obiettivo e critico”.

L’opera prima, pubblicata da Progetto Cultura il 21 dicembre 2021 e fatta arrivare anche nelle librerie della “sua” Caltanissetta, ha già esaurito le prime copie e sta proseguendo con la prima ristampa.

L’autore ha già raccolto le sue prime entusiaste critiche da parte dei lettori e scorrendo il libro, pagina dopo pagina, se ne capisce il motivo. “I temi trattati – si legge nella presentazione del romanzo – sono come ciocche di capelli che si uniscono alla fine in una treccia”. Tutto, cioè, è correlato a ciò che ci circonda e, prima o poi, se ne comprenderà il nesso. Sotto forma di diario si trova un ampio ventaglio di quei sentimenti che racchiudono l’essere umano. Amarezza e gioia, ironia e profondità, speranza e ribellione, razionalità e inquietudine. Un equilibrio tra sensazioni ed emozioni contrastanti che Mauro Rinaldi riesce ad amalgamare alla perfezione.

“Lato Finestrino” per l’autore è stato un viaggio, un’avventura che lo ha portato a ripercorrere tutti gli avvenimenti che in qualche modo hanno segnato la sua vita. Un viaggio sul treno della vita seduto dal “Lato finestrino”, da una posizione privilegiata che gli ha consentito di osservare ciò che lo circonda, di analizzare gli eventi del suo passato, di valutare analiticamente e laicamente l’operato di chi è stato chiamato a governarci. “Il posto migliore per chi come me cerca di pensare con la propria testa e di farsi un’opinione, giusta o sbagliata che sia”.

Il romanzo convince, piace. E il segreto di questo successo, probabilmente, è nella genuina spontaneità del racconto stesso. “Il mio racconto è un viaggio che mi ha aiutato a capire meglio me stesso e il modo in cui io osservo ciò che mi circonda. Con questo libro non miro a diventare ricco e ho già deciso che i proventi verranno devoluti a un’associazione che si occupa di randagismo. Non faccio sconti a nessuno, me compreso – ha spiegato l’autore -. Come un testimone oculare, ho puntato il dito. Ho voluto riportare tutto quello che ho visto senza paura di urtare la sensibilità altrui. Non mi sento un detentore della verità, questo è soltanto il mio personale punto di vista, una percezione nella quale il lettore si può ritrovare e riconoscere”.

Ed è proprio a lui che si augura una buona lettura.

Pubblicità Elettorale