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Turismo, italiano alle Canarie racconta: “Qui vita quasi normale”

Redazione

Turismo, italiano alle Canarie racconta: “Qui vita quasi normale”

Gio, 01/04/2021 - 12:12

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Italiani in zona rossa ma tentati da una vacanza alle CANARIE? Comprensibile: a Tenerife “si sta bene, sicuramente meglio che in Italia o in Germania o in Francia dove le restrizioni sono piu’ forti”. Il Covid e’ una minaccia anche da quelle parti, certo, ma sulle isole si riesce a fare “una vita abbastanza normale”.

A parlarne con la ‘Dire’ e’ l’italiano Luca Di Fabio, che alle CANARIE e’ andato a viverci sette anni fa e abita a Santa Cruz de Tenerife. I casi di coronavirus “certamente ci sono”, racconta Di Fabio, che si trova momentaneamente in Italia e tornera’ a breve nelle CANARIE, ma “tra tutte le isole la popolazione e’ di soli due milioni di persone” e la percezione della pandemia “e’ molto piu’ blanda che in Italia”. Basti pensare al fatto che “il clima consente di tenere i tavolini fuori tutto l’anno”, spiega Di Fabio, con grandi vantaggi sulla possibilita’ di frequentare locali e ristoranti.

Del resto, traducendo le zone colorate italiane nei numeri spagnoli, “quando c’e’ il livello 2 si possono usare i dehors e anche il 50% dello spazio interno e, nel saliscendi dei livelli, quando scatta il 3 l’interno del locale deve restare chiuso ma si puo’ comunque usare l’esterno”. In pratica, “le chiusure totali si sono avute solo tra marzo e aprile dell’anno scorso- aggiunge Di Fabio- come in tutto il mondo”.

Per il resto, “tra livello 2 e livello 3 in pratica c’e’ una differenza e cioe’ che il coprifuoco passa dalle 23 alle 22”, continua Di Fabio: “Per me che non faccio una grande movida, la vita e’ cambiata poco”. Pesa di piu’ lo sport: “Partite a calcio no, corsa da solo si'”. Ma le opportunita’ di relax aumentano non poco se dal continente ci si sposta alle CANARIE: “Mentre l’Italia e’ in zona rossa, li’- spiega Di Fabio- si riesce a stare sulle terrazze o in riva al mare anche senza mascherina”.

Insomma, “fare una settimana alle CANARIE di questi tempi e’ una pacchia”, aggiunge Di Fabio, considerando che anche per le spese il periodo e’ favorevole: “Un hotel che costava 500 euro magari e’ sceso a 200, pur di lavorare”. Questo perche’, parlando di turismo, “la crisi si sta sentendo tantissimo: penso a tutto l’indotto costituito da ristorazione, alberghi, bar e ristoranti. Soprattutto nella zona sud, quella piu’ turistica- spiega Di Fabio- dove alcune attivita’ hanno chiuso definitivamente”.

Si tratta di aree paragonabili “a Rimini o Riccione d’estate, ma per quasi tutto l’anno. E adesso li’- racconta Di Fabio- c’e’ un po’ di movimento solo a ridosso della spiaggia: il baretto sul mare un po’ lavora ma tutto cio’ che c’e’ tra la spiaggia e l’autostrada, e’ un deserto”. Nel turismo “si e’ prodotta tantissima disoccupazione e non si sa se e quando il sistema si siprendera’ perche’ la mazzata e’ stata forte”, continua Di Fabio: “Alle CANARIE dovra’ venirne tanta di gente, ma tanta, per riavviare una macchina cosi’ grossa”.

Va meglio a Santa Cruz, che si trova a nord, perche’ li’ “e’ tutto piu’ local, ci vivono i canari- spiega Di Fabio- che al ristorante ci vanno, perche’ con le restrizioni hanno voglia di uscire”. E la campagna vaccinale? “La Spagna si e’ mossa sulla falsariga dell’Italia sia per le restrizioni che per i vaccini”, riferisce Di Fabio: precedenza ai piu’ anziani e al personale sanitario, quindi.

Di Fabio il vaccino lo ha fatto, lavorando come operatore telefonico nel 112: anche a Tenerife “ci sono persone che il vaccino non lo vogliono fare, per un po’ di tare mentali. Mentre io, quando mi e’ stato proposto, ho detto subito di si’ perche’ l’ho vissuto come un privilegio in questo momento storico”. Resta al momento un rebus, pero’, il rientro alle CANARIE: “Da vaccinato, non so se dovro’ fare il tampone o no

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