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IL PUNTO. Draghi tesse, primi orizzonti di numeri e squadra

Redazione

IL PUNTO. Draghi tesse, primi orizzonti di numeri e squadra

Ven, 05/02/2021 - 09:55

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A questo punto, anche se si concludera’ domani quello che e’ solo il primo giro delle consultazioni, le questioni aperte per il governo Draghi sembrano essere legate piu’ ai bilanciamenti nella squadra che ai numeri della maggioranza. Numeri che la giornata di ieri lascia gia’ immaginare consistenti.

Il puzzle si va componendo e la chiave per la sua definizione ruota intorno a quei due aggettivi destinati a connotare l’esecutivo: politico o tecnico? Non sara’, si era gia’ detto, un ‘governo del Presidente’, e l’apporto di ministri politici sara’ determinante, a seconda dei punti di vista, per legare i soci della maggioranza a un patto tra loro e il presidente del Consiglio o rassicurare i partiti, posti davanti a una sorta di Quaresima dall’iniziativa messa in campo dal Colle per dare al Paese “risposte all’altezza della situazione” ormai non piu’ rinviabili.

E allora ecco, dopo il no iniziale, i sempre piu’ consistenti segnali distensivi da M5s, corroborati anche dal ‘discorso del tavolino’ di Giuseppe Conte. Una mossa che sembra anche prefigurare una ‘competition’ per la leadership del Movimento, ma che intanto avvicina M5s al si’ a Draghi, anche se Di Battista non smette di dire che il no e’ l’unica scelta ‘politica’ possibile per M5s. L’altra novita’ di spicco e’ arrivata dalla Lega che non chiude piu’ la porta, ma attende comunque l’incontro con Draghi per definire la posizione in vista del voto di fiducia in Parlamento.

“L’astensione e’ esclusa. O saremo a favore o voteremo contro”, chiarisce Giancarlo Giorgetti. Non una tautologia, perche’ era l’astensione il punto di massimo equilibrio in un centrodestra dalle posizioni differenziate e dove, a questo punto, solo FdI potrebbe trovarsi a presidiare la frontiera dell’opposizione, per quanto responsabile. La squadra, dunque. Quel totoministri, insomma, dal quale non si puo’ esimere neanche un governo dal profilo austero come quello dell’ex presidente Bce. Non solo una curiosita’ ma, come si diceva – e come sempre accade – una plastica rappresentazione del patto che saldera’ i soci di maggioranza. Non dovrebbero esserci vicepremier.

I primi rumors sono per Cartabia alla Giustizia, Franco all’Economia, Malaschini ai Rapporti con il Parlamento, Giovannini al Lavoro. Potrebbero essere confermati Di Maio e Patuanelli, Boccia, Guerini e Speranza. Sempre tra le new entry potrebbero esserci Tajani e Rosato.

Draghi? Con i suoi interlocutori parla di cio’ che occorre fare “se dovesse nascere un governo”, ma la partita si consolida di giorno in giorno. E a quel tavolo – dove il presidente incaricato che non ha profili social verbalizza da se’ gli incontri con le delegazioni – ci saranno i ‘player’ delle grandi occasioni, come Berlusconi e Grillo. Per vedere se, e come, quel cauto – e diplomatico – periodo ipotetico passera’ al presente indicativo.

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