Salute

Rassegna stampa. Caltanissetta, ospedale S.Elia: donna morta, 5 medici a giudizio

Vincenzo Pane - La Sicilia

Rassegna stampa. Caltanissetta, ospedale S.Elia: donna morta, 5 medici a giudizio

Ven, 11/12/2020 - 10:55

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Sarà il processo – che inizierà il prossimo mese di febbraio davanti al giudice monocratico Giulia Calafiore – a chiarire se alla base del decesso di una donna di Canicattì, Maria Marotta, ci siano stati degli errori nel errori nel trattamento neurologico a cui venne sottoposta nell’ottobre del 2017 al Presidio ospedaliero Sant’Elia di Caltanissetta.

Il gup del tribunale nisseno, Gigi Omar Modica, ha infatti disposto il rinvio a giudizio per omicidio colposo di cinque medici dell’ospedale di Caltanissetta e cioè Michele Vecchio, Linda Iurato, Maria Giovana Randisi, Clorinda Occhipinti, Roberto Grimaldi e Rosalia Linda Verniccio, difesi dagli avvocati Giacomo Butera, Rocco Guarnaccia e Walter Tesauro, i quali avevano chiesto il proscioglimento. Per la medesima vicenda erano stati indagati altri tredici medici, ma la loro posizione è stata archiviata dalla Procura.

La donna morì il 19 ottobre 2017 e sotto accusa è finita la scelta di somministrare alla paziente una terapia a base di anticoagulanti e vasodilatatori per risolvere un problema neurologico che aveva portato la canicattinese a rivolgersi prima all’ospedale “Barone Lombardo” di Canicattì e poi all’ospedale del capoluogo nisseno. Solo che la terapia, sempre secondo la ricostruzione della Procura di Caltanissetta – basata sulla consulenza medico legale fatta eseguire dall’accusa – avrebbe causato alla paziente l’emorragia cerebrale che la condusse alla morte. I figli della donna denunciarono il caso e si sono costituiti parte civile con gli avvocati Licalzi, Napoli e Indelicato, i quali si sono associati alla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla pm Simona Russo, ritenendo opportuno che la vicenda fosse chiarita attraverso il dibattimento.

Una ricostruzione che Michele Vecchio, primario del reparto di neurologia del “Sant’Elia”, aveva duramente contestato nel corso di un interrogatorio al quale si era sottoposto durante l’udienza preliminare. Il professionista nisseno aveva fatto rilevare che, contrariamente a quanto sostenuto dall’accusa, era stata somministrata una terapia conforme a quelli che sono i trattati medici e neurologici, senza che siano state prese iniziative dannose. Vecchio aveva anche mosso dei rilievi alla consulenza fatta eseguire dalla Procura, specialmente sul fatto che a eseguirla siano stati un medico-legale e un chirurgo, ma non un neurologo. Adesso la vicenda passa al vaglio di un altro giudice.

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