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Peculato per Gianfranco Miccichè: l’auto blu usata anche per il gatto. Gip: “Desolante”

Redazione

Peculato per Gianfranco Miccichè: l’auto blu usata anche per il gatto. Gip: “Desolante”

Lun, 20/05/2024 - 17:26

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“I singoli episodi nei quali si concretizzano le condotte di peculato contestate in via provvisoria in questa sede a Micciche’ restituiscono un quadro, a dir poco desolante, caratterizzato da un costante piegamento all’assolvimento di interessi del tutto privati di un bene in dotazione ad una pubblica amministrazione e con una regolamentazione del suo utilizzo a destinazione pubblicistica. Micciche’, serbando il tipico atteggiamento uti dominus sulla vettura di servizio, si e’ di fatto appropriato della stessa, non solo disponendo a suo piacimento del mezzo e del relativo autista per le piu’ varie esigenze di carattere personale ma consentendo anche che ne disponessero in analoga maniera i suoi familiari o i suoi collaboratori domestici”.

E’ quanto si legge nel provvedimento emesso dal gip di Palermo, Rosario Di Gioia, che ha disposto il divieto di dimora a Cefalu’ per l’ex presidente dell’Ars e attuale deputato regionale, Gianfranco Micciche’ e e l’obbligo di dimora nei comuni di Palermo e Monreale per Maurizio Messina, assistente parlamentare con funzioni di autista di Micciche’.

Le accuse contestate dalla Procura di Palermo sono peculato, truffa aggravata ai danni dell’Assemblea regionale siciliana e false attestazioni per fatti avvenuti a partire da marzo 2023 e fino a novembre scorso. Sono molteplici i fatti oggetto dell’indagine, almeno 33 gli episodi di uso illegittimo dell’auto blu. Tra cui, ad esempio, il trasporto di farmaci (20 giugno ’23), di piante di bambu’ da Catania a Palermo che poi non avviene. Ma anche teglie di pasta al forno, il trasporto del gatto della figlia in una clinica veterinaria di Palermo.

A disporlo e’ la moglie del deputato: “No, non mi trovi … devi portare – dice la donna ad un collaboratore del marito – il gatto a Cochi (figlia di Gianfranco, ndr) … in via Marconi, ora ti mando l’indirizzo”. Successivamente lo stesso collaboratore contatta la figlia del deputato e le dice: “Io sto salendo (a Cefalu’, ndr), quindi per pranzo scendere e te la porto (la gatta, ndr)”, aggiungendo “massimo, massimo alle 2 sono da te”, In quest’ultimo caso l’autista (Messina) avrebbe sollevato obiezioni sull’opportunita’ di trasportare il gatto sull’auto di servizio.

Ma “dalla lettura complessiva delle captazioni – si legge nel provvedimento – dalle celle radiofoniche dei tabulati telefonici e dal Gps dell’autovettura di servizio si puo’ ragionevolmente ipotizzare la seguente dinamica dei fatti: Messina e Vito Scardina (il factotum, ndr), con l’autovettura di servizio si sono recati a Cefalu’, con l’incombenza, tra le altre assegnate allo Scardina, di prelevare il gatto di famiglia per portarlo dal veterinario a Palermo.

Malgrado le iniziali resistenze del Messina, Scardina avrebbe fatto rientro a Palermo sull’auto di servizio guidata da Messina con il gatto… ma temendo di poter essere attenzionati per indagini in corso, Messina ha riaccompagnato a casa Scardina (ed il gatto), che poi provvedeva a raggiungere autonomamente la clinica veterinaria con il gatto. (Agi)