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“Pace Nostra”: una drammatica onda di pace e speranza che parte da Caltanissetta

Roberta Barba

“Pace Nostra”: una drammatica onda di pace e speranza che parte da Caltanissetta

Mar, 20/10/2020 - 17:03

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In pieno centro storico, in via Matteotti, la salita che si immette, quasi con forza, nella cosiddetta strata ranni – la strada grande dei nisseni – si erge quella che è stata intitolata la “memoria storica” della città: un ex rifugio antiaereo risalente alla seconda guerra mondiale, trasformato, poi, in Centro Espositivo d’arte contemporanea.

Dalla sua inaugurazione, nel 2017, il museo ha ospitato diverse mostre di arte contemporanea, fotografia, workshop ed eventi. Quest’anno, per la prima volta, il “serpentone” in ferro posto all’ingresso del museo ospita l’installazione del giovane artista nisseno Alberto Antonio Foresta.

Il serpentone, per Foresta, è il simbolo sociale della tragedia che quotidianamente assistono le acque del mar Mediterraneo, diventando “così un’onda che trascina con sè gli abiti e le stoffe dei migranti dispersi in mare”. Una nuova chiave di lettura dell’arte contemporanea che ha stupito e lasciato perplessi e pieni di dubbi e domande tanti nisseni alla vista dei primi abiti sistemati sul serpentone al momento della realizzazione dell’opera che l’hanno scambiata per un atto di inciviltà. Ma “Pace Nostra”, questo il titolo dell’installazione, vuole essere una provocazione, vuole scuotere gli animi di tanti nisseni, vuole creare un dibattito attorno ad una storia che si ripete, una storia che cerca pace, una pace che “trova accoglienza nelle menti e le braccia di tutti, fuori dalle logiche politiche, fuori dalle credenze di religione, una pace che si manifesta nell’Accoglienza.” Gli abiti, le stoffe, le lenzuola e le coperte, che avvolgono il serpentone mescolandosi, conservano storie, diventano esse stesse memoria storica di un presente che sembra non trovare pace, accoglienza. Pace Nostra sembra quasi il secondo capitolo di un’installazione realizzata lo scorso anno dallo stesso Foresta, “Mare Vostrum”, sembra un continuum attraverso cui l’artista vuole dare una risposta e far sì che tutti si sentano coinvolti.

Con questa installazione, dunque, l’ex rifugio antiaereo sembra non aver perso la sua identità di memoria storica, ma questa volta ha dentro il dramma di ciascuno di noi.

Che questa drammatica onda sia un vero messaggio di pace e speranza per tutti!

Inaugurata il 16 ottobre 2020, l’opera sarà fruibile fino al 9 novembre 2020.