E’ passata la Pasqua. Quest’anno per motivi logistici è stata negata la possibilità della salvezza ai cristiani. Essa passa anche attraverso la partecipazione a riti in almeno due terzi dei comuni italiani i cui cittadini, non senza ipocrisia, confondono la fede con la presenza alle processioni. Il divieto di Resurrezione per motivi sanitari rende gli uomini per un altro anno ancora insalvabili dai traditori, da quei giuda che non trovano soltanto a cena ma ad ogni angolo di strada.
Neppure il caldo sole della Pasquetta ha potuto consolare e dare gioia ai cristiani la cui messa in cattività, forzata, prima che imposta, fa generare soltanto cattivi pensieri e insicurezze. E paradossalmente l’incubo della malattia, la paura virale ha reso noi uomini anche deboli e vulnerabili. Nei nostri momenti di debolezza, chiusi a casa probabilmente abbiamo pure pensate che ci hanno imposto le mascherine per non farci parlare; che ci hanno consigliato di indossare i guanti per non abbracciarci; che ci hanno detto di stare lontani sotto la spada pendente del contagio; ma di sicuro, probabilmente e paradossalmente, ci hanno resi più docili e mansueti.
Chi vuole pregare lo faccia a casa, da solo. Niente venerazioni e neanche pane e panelle. Al limite ci è concesso guardare Papa Francesco in tv.
Questa silenziosa cloroformizzazione ci ha reso perfino inclini ad accettare ogni suggerimento e ogni imposizione. Perfino un uomo i cui incredibili incroci del caso e della politica hanno reso protagonista assoluto oggi appare ai più una figura a metà fra un imperscrutabile santone e un politico di spessore. Non sono allucinazioni piuttosto è la realtà che stiamo vivendo.
Ma quando questo regime finanziario-igienico-totalitario sarà smascherato dalla sicura e drammatica crisi economica che ci investirà, quando ci accorgeremo che saremo ancor di più indebitati oltre che con lo Stato anche con le banche, quando ci imporranno le odiosi patrimoniali, simbolo del comunismo più becero, forse, allora, il popolo capirà che la gestione della cosa pubblica dovrà essere demandata a gente seria, non improvvisata, che al tavolo dell’Europa vada come commensale di riguardo e non per cameriere, che abbia qualche giorno lavorato nella vita, che sappia distinguere, cosa è il bene e cosa è il male, che sappia cosa significhi amor patrio, che sappia cosa sia la dignità umana, cosa sia fare sacrifici e avere il senso del dovere.
Non ci interessa se il virus sia stato veicolato o cavalcato. Ci siamo scoperti deboli e incapaci di reagire con intelligenza di fronte ad una sporca realtà. Anzi, paradossalmente, questa pandemia, non certo a quelli cloroformizzati e protetti da sicura entrata e adeguata protezione, ci ha fatto capire che il mondo reale è ben altro e che perfino facebook e gli altri social sono strumenti da ridimensionare e trattare con circospezione essendo palcoscenico privilegiato soltanto dei cretini e dei perditempo.
Non torneremo subito a gioire e ad abbracciarci. Il percorso sarà lungo e disseminato di ostacoli, alcuni naturali e logici altri posti sistematicamente dagli idioti immuni alla pandemia.
Non “sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno”, non “scenderà alcun Cristo dalla croce”, gli uccelli non faranno ritorno, perché sono sempre stati qui; ma forse è arrivato il tempo che più che per il Covid-19 gli uomini di buona volontà si diano dare per trovare un vaccino contro i cretini, vera costante e imbattibile pandemia.

