GELA – “Terra meravigliosa!”, queste due parole concludono l’emozionante saluto del colonnello dei carabinieri, Antonio De Rosa, che lascia il comando del reparto territoriale essendo stato assegnato ad incarichi superiori presso il Comando Generale dell’Arma a Roma. L’ufficiale, che ha trascorso, con la famiglia, tre anni nella città del Golfo, ha salutato gli amici durante una conviviale. Un legame forte e sincero, con questa terra “difficile” e le persone che la abitano, che De Rosa ha voluto evidenziare e sottolineare con una saluto scritto.
Eh sì! Son passati 3 anni … come un soffio! Nel lasciare Gela sono talmente tanti i pensieri e i ricordi che si accavallano che non so più a quale dare retta! Quindi dico semplicemente GRAZIE! Grazie a chi mi/ci ha supportato ed a chi ha dovuto sopportarmi; a chi si è prodigato nel lavoro; a chi ha avuto rispetto per le persone e non timore per ruolo/grado; a chi, pur non condividendo le idee, si è impegnato al meglio per eseguire un ordine; a chi non ha fatto lo “Yes Man”; a chi ci ha spiegato la “tragedia siciliana” e che in questa terra “nulla è come appare”; a chi ci ha teso una mano ed accolto con il calore della comprensione; a chi ha visto Miche spaurito e ora vede in lui un “Karateca” più sicuro; a chi ci ha aiutato a fare sbocciare Emma, come studente, come ragazza, come sportiva, come attrice, come ragazza piena di vita e di speranze; a chi ci ha fatto vedere la vita con una prospettiva diversa;a chi ci ha insegnato qualcosa;a chi ha avuto la pazienza di ascoltarmi e a chi mi ha dedicato il suo tempo insegnandomi qualcosa; a chi mi ha protetto e a chi ci ha provato; a chi ci ha sostenuto, a chi ci ha fatto sentire a casa; a chi ha passato più ore con una cuffia delle intercettazioni che con la moglie; a chi mi ha incoraggiato a correre frenando anche la sua corsa pur di starmi vicino; a chi ha saputo far gioire di sport Tania; a chi, appena arrivato a Gela, ha soccorso il mio iphone riconnettendomi al mondo; a chi, stringendoci, ha pianto/piangerà come un bambino e a chi non lo ha fatto/farà per non rendere più doloroso il nostro arrivederci; a chi ci ha accolto in caserma sempre con un sorriso, sollevando, da persona perbene, quando necessario, un pezzo di carta pur se gettato da altri; a chi, per essere educato e volenteroso, è stato deriso e fatto oggetto di scherno; a chi è sempre stato pronto e disponibile senza se e senza ma; a chi, a noi stranieri in terra di Sicilia, ci ha mostrato la grandezza di questa terra e di questi uomini; a chi ci ha regalato perle di gioia e momenti di estasi che non conoscevamo; a chi ci ha fatto gustare la Sicilia dal punto di vista storico, artistico, culturale, culinario, umano; e a chi ci ha definitivamente resi dipendenti dal “capuliato”; a chi ci ha scosso il metabolismo e a chi ci ha rimesso in piedi (in senso materiale!); a chi ci ha insegnato a prendere il tempo; a chi si è comportato con sobria eleganza; a chi, dopo averci incontrati, ha conosciuto il volto umano della divisa e il sacrificio che comporta per i nostri familiari; a chi non gira la testa dall’altra parte quando ci vede e ci saluta con un sorriso di “gioia”!

