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Governo: nel totoministri irrompono i tecnici

Redazione

Governo: nel totoministri irrompono i tecnici

Gio, 29/08/2019 - 10:02

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A tirare fuori il tema è Beppe Grillo, che poi chiarisce a Di Maio che si riferiva solo ad alcuni ministeri. Ma sarebbe anche Conte a chiedere personalità di alto profilo nel nuovo esecutivo. Prendono così quota nomi come Lucrezia Reichlin e Franco Gabrielli

Il nodo ‘Rousseau’ potrebbe sciogliersi con un’exit strategy che non metterebbe a rischio la nascita del governo M5s-Pd. Ovvero con una votazione sui punti del programma indicati da Luigi Di Maio e non sull’accordo tra le due forze politiche che sono al lavoro da giorni per comporre il governo. Si tratterebbe di una strada – spiegano i pontieri M5s e Pd – che non metterebbe neanche in discussione il percorso delle consultazioni del Capo dello Stato. In ogni caso non ci sono conferme ufficiali e intanto non tutte le questioni sono sciolte. A partire da quale sarà la nuova formazione. La prospettiva è quella di inserire dei tecnici nelle caselle chiave.

È Beppe Grillo a sottolineare la necessità che sia un esecutivo di tecnici, con i politici relegati a fare i sottosegretari. Poi in una telefonata con Di Maio precisa di pensare solo ad alcuni dicasteri. Ma in realtà sarebbe il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a spingere in questa direzione. A chiedere di fatto alcune personalità di alto profilo. A partire dal Mef. Sul tavolo diversi nomi, a partire da quello dell’economista Lucrezia Reichlin. Mentre al Viminale dovrebbe andare il prefetto Franco Gabrielli. Il premier tiene le ‘carte’ coperte, ma avrebbe ribadito la necessita’ di avere voce in capitolo su ministeri e programma.

Il rebus del vicepremier

Resta ancora da risolvere il ‘rebus’ vicepremier. In un primo momento Conte avrebbe proposto sia Di Maio che Nicola Zingaretti. Ma il segretario dem resterà fuori e il Pd chiede che lo faccia anche l’attuale vicepremier M5s. Anche perché Conte viene ritenuto una figura di riferimento dei pentastellati. Fonti parlamentari dem riferiscono che Di Maio avrebbe anche proposto tre vicepremier a palazzo Chigi. Qualora si incagliasse la trattativa – il Pd propone il nome di Dario Franceschini – il compromesso potrebbe essere quello di non indicare alcun vicepremier. Era lo schema iniziale di Zingaretti, potrebbe essere una soluzione – ma ancora non c’è una fumata bianca – per uscire dall’impasse. Se invece i dem riuscissero a far passare la propria linea, M5s indicherebbe il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Il nome più accreditato è quello di Vincenzo Spadafora.

Al momento le trattative vanno avanti anche sui punti da portare avanti. Il primo obiettivo è quello di disinnescare le clausole di salvaguardia dell’Iva. Ma una convergenza è stata trovata anche sul taglio del cuneo fiscale. Invece il Pd non vuole sentir parlare per ora di concessioni autostradali o di provvedimenti punitivi per le banche. Al momento a preoccupare chi sta gestendo la crisi restano le divisioni interne nel Pd e nel Movimento 5 stelle.

La Lega guarda all’incognita Cairo

I renziani potrebbero restare alla finestra e la maggioranza dem teme le mosse nella prossima primavera del senatore di Scandicci. Tanto che nella Lega c’è chi vede proprio nell’ex presidente del Consiglio il possibile ‘carnefice’ della nascente alleanza giallo-rossa che potrebbe portare anche ad un gioco di desistenze alle regionali. La convinzione nel partito di via Bellerio è che possa nascere a settembre una sorta di nuova ‘Cosa bianca’, magari guidata dall’editore Cairo al cui treno – sottolinea un ‘big’ del Carroccio – potrebbero poi aggregarsi Calenda e soprattutto Renzi.

Ma al di là di eventuali scenari futuri nella Lega c’è la convinzione che Pd e M5s vadano avanti almeno fino a maggio. Il partito di via Bellerio ricomincerà da Pontida (il 15 settembre) e probabilmente da una manifestazione da tenere in autunno sui primi provvedimenti del prossimo governo. La strada è quella dell’opposizione, con Lega FI e Fdi che si presentano però divisi. La Lega ha smentito di aver offerto ufficialmente a Di Maio di poter andare a palazzo Chigi. Ma per M5s la proposta è stata avanzata nera su bianco. Intanto prosegue il confronto nel Movimento 5 stelle. Nei gruppi parlamentari si guarda anche a Conte, non solo a Di Maio come referente. E intanto il capo politico M5s oggi ha citato Nenni: “Qualcuno nella storia ha detto che in politica ci sono sempre due categorie di persone, quelli che la fanno e quelli che ne approfittano”.

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