Salute

Crisi. Il Pd fa cadere il veto su Conte e dà via libera al governo con M5s

Redazione

Crisi. Il Pd fa cadere il veto su Conte e dà via libera al governo con M5s

Mer, 28/08/2019 - 18:30

Condividi su:

Nicola Zingaretti esce dal colloquio con Mattarella annunciando di aver accettato il nome indicato dal Movimento come presidente del Consiglio. Calenda lascia la direzione del Pd. Già stasera potrebbe arrivare la decisione del Quirinale

Il Pd ha dato il via libera al nome di Giuseppe Conte per un secondo mandato da presidente del Consiglio e ha accettato la proposta del Movimento Cinque Stelle di fare un governo insieme. In serata il presidente della Repubblica assumerà la sua decisione, che potrebbe essere comunicata già stasera. Un passo in avanti che ha spinto Carlo Calenda a lasciare il Partito Democratico.

“Abbiamo espresso al presidente della Repubblica il sostegno al tentativo di dare vita un un nuovo governo con una nuova maggioranza politica. Abbiamo accettato la proposta de M5s di indicare, in quanto partito di maggioranza relativa il nome del premier, che ci è stato Indicato nei giorni scorsi” ha detto il segretario del Pd.

Ieri notte si erano registrate nuove fibrillazioni, con un irrigidimento tra i partiti sul ruolo di Di Maio vicepremier e la decisione del M5s di indire un referendum su Rousseau. Su questo ultimo tema si è aperta, nel PD, anche la questione del rispetto delle prerogative del capo dello Stato e anche nel M5s ci sarebbero alcune perplessità, interpretate anche dal premier Conte. Da qui la scelta, caldeggiata dal premier, di non far svolgere le consultazioni oggi in contemporanea con la decisione di Mattarella ma solo dopo, come avvenne un anno fa.

Ore 17,30 – Berlusconi: “Si delinea uno scenario pericoloso”

“Abbiamo manifestato al presidente ancora ua volta la necessità di ridare la parola agli italiani e tutta la nostra preoccupazione per il pericoloso scenario che si sta delineando, che Mattarella affronta con l’equilibrio e la saggezza che gli abbiamo sempre riconosciuto”, dice il leader di FI Silvio Berlusconi al termine delle consultazioni. Per Berlusconi il governo M5s-Pd “è una soluzione politicamente sbagliata, inadeguata ad affrontare i grandi problemi lasciati sl tappeto dall’esecutivo dimissionario”.

Ore 16,35 – Per M5s il discorso di Zingaretti è “condivisibile”

Nicola Zingaretti ha “fatto un discorso condivisibile” negli intenti poi, ovviamente si guarderà a quello che si farà concretamente. Ma sui temi “ci troviamo”. È quanto si apprende da fonti parlamentari del Movimento 5 Stelle.

Ore 16,30 – Zingaretti dice sì a Conte premier: “Governo di svolta”

 “Abbiamo espresso al Presidente della Repubblica il Sostegno al Tentativo di osare vita un un nuovo Governo con Una Nuova Maggioranza politica. Abbiamo accettato La Proposta del M5s di indicare in Quanto Partito di Maggioranza relativa il nome del premier, Che ci è stato indicato nei giorni scorsi “, dice il segretario del Pd, Nicola Zingaretti al termine delle consultazioni. “Abbiamo confermato a Mattarella l’esigenza ora di costruire un governo di svolta e discontinuità”, prosegue Zingaretti, “abbiamo definito con M5s un primo comune contributo politico di linee di indirizzo da offrire al presidente.

“Non c’è alcuna staffetta da proseguire o testimone da raccogliere ma una nuova sfida da cominciare, l’inizio di una nuova stagione politica civile e sociale. un nuovo Governo che convinca gli italiani che le difficoltà ci sono ma possono essere superate dall’impegno comune”, ha detto ancora il segretario del Pd, “sottrarsi al coraggio della responsabilità di tentare è l’unica cosa che non possiamo permetterci”.

“Nei tempi complicati che viviamo, sottrarsi alla responsabilità del coraggio di tentare è l’unica cosa che non vogliamo e non possiamo permetterci”, prosegue il segretario del Pd, “dobbiamo mettere fine alla stagione dell’odio, del rancore e della paura”. È l’Italia che “studia, lavora, produce, si mette alla prova giorno dopo giorno con risultati eccezionali”, quella che Zingaretti richiama all’attenzione della politica.

Ore 13,30 – Calenda lascia il Pd

Carlo Calenda invia una lettera ai vertici del partito per comunicare le sue dimissioni dai Dem. “Caro Nicola, Caro Paolo, vi prego di voler accettare le mie dimissioni dalla Direzione Nazionale del Partito Democratico”, scrive l’europarlamentare in una lettera pubblicata su Huffington Post.

“È una decisione difficile e sofferta”, prosegue Calenda, “nell’ultimo anno e mezzo ho sentito profondamente l’appartenenza a un partito che, per quanto diviso e disorganizzato, consideravo l’ultimo baluardo del riformismo in Italia. Per questo mi sono iscritto al Pd all’indomani della sconfitta più pesante mai subita dal centrosinistra”. Poi sottolinea: “Dal giorno della mia iscrizione ho chiarito che non sarei rimasto nel partito in caso di un accordo con il M5S. La ragione è semplice: penso che in democrazia si possano, e talvolta si debbano, fare accordi con chi ha idee diverse, ma mai con chi ha valori opposti. Questo è il caso del M5S”.

Ore 12,41 – Orlando ribadisce: vicepremier unico del Pd

“Ho letto una notizia che dice che io avrei aperto a un governo senza vice premier. Non è cosi’: quando ho detto che la strada da seguire è quella indicata, mi riferivo a quella già ribadita piu’ volte in mattinata. Un vice premier unico espressione del Pd”. Lo ha detto il vice segretario del Pd, Andrea Orlando.  “Non c’e’ un problema Di Maio ma c’è un problema di struttura del governo. Se c’è un premier indicato dai M5s è ragionevole che ci sia un vice premier indicato dal Pd”, ha aggiunto.

Ore 11,30 – Pieno mandato a Zingaretti per trattare

Un mandato pieno dal partito a tentare la strada della costruzione del nuovo governo con M5s. La conclusione della relazione del segretario Nicola Zingaretti, alle undici e venti, viene accolta da un applauso liberatorio e da una standing ovation da parte della direzione. Unico astenuto Matteo Richetti.

È la prova di chiarezza che, ieri alla stessa ora, chiedeva Luigi Di Maio e dopo la quale il Capo politico dei 5 Stelle ha fatto saltare l’incontro a Palazzo Chigi. La linea dunque è segnata: “Oggi pomeriggio al Presidente della Repubblica” Zingaretti darà “la disponibilità a verificare con il Presidente incaricato le condizioni politiche e programmatiche e contribuire a dare vita al nuovo Governo”.

Ore 11,25 – Rivolta interna su Rousseau?

 Il Movimento 5 Stelle si affida di nuovo alla rete – e, dunque alla piattaforma Rousseau – per decidere se ratificare l’accordo che sembra quasi chiuso con il Pd, ma l’assemblea dei deputati e dei senatori, che si è riunita ieri sera, senza il capo politico Luigi Di Maio e i due presidenti dei gruppi – apprende l’Agi da fonti in Parlamento – insorge sui tempi, giudicati sbagliati, ed applaude chi mostra perplessità.

Il problema non è dare la parola alla rete ma la tempistica. “Il tempo limitato per arrivare ad una soluzione, il rischio è che dalla rete non arrivi un voto ponderato, ma di pancia”, osserva una fonte. Il Blog delle stelle ha poi smentito, affermando che il malcontento riguarda 4 o 5 persone.

Ore 11.20 – FdI chiama alla piazza

Fdi ha deciso di “scendere in piazza” se il governo nascerà. “Inviteremo gli italiani in piazza Montecitorio nel giorno in cui si voterà la fiducia al governo M5s-Pd”. Lo ha annunciato Giorgia Meloni al termine delle consultazioni. “Non so da quando avete deciso che andare in piazza è eversivo, manifesto il mio dissenso come la Costituzione permette” ha risposto la leader di Fdi ai giornalisti.

Ore 11.15 – Meloni chiede il voto subito

“Abbiamo ribadito una posizione chiara e semplice: per noi l’unico sbocco possibile della crisi è lo scioglimento immediato delle Camere e ritorno alle urne, anche ove M5s e Pd confermassero la volontà di procedere in un patto delle poltrone. Il che è un inganno degli elettori”. Lo ha detto la leader FdI, Giorgia Meloni, dopo le consultazioni al Quirinale, chiedendo poi agli italiani di scendere in piazza a Montecitorio il giorno della eventuale fiducia a un Conte bis.

Ore 10,55 – Di Maio denuncia gli attacchi personali

“Sono ore molto difficili per il Paese, in cui ognuno dovrebbe saper dimostrare responsabilità”, dichiara Luigi Di Maio, “ci siamo ritrovati in una crisi di governo senza un perché, per colpe che non sono certo attribuibili al M5S. Mi sorprende che qualcuno sembri essere più concentrato a colpire il sottoscritto che a trovare soluzioni per gli italiani”.

“Ma questa è la politica. Anzi, questa è una certa politica, abituata a concepire il dibattito non come un’occasione di crescita, bensì come uno scontro continuo e sistematico sulle persone. Non ho intenzione di aggiungere altro”.

Ore 10.50 – LeU disponibile a un governo di svolta

“Preoccupazione” ma anche conferma della “disponibilità a verificare le condizioni per dare vita a un nuovo governo di svolta”. Così Federico Fornaro, del gruppi di Liberi e Uguali alla Camera. Fornaro – in delegazione con Rossella Muroni – passa in rassegna i punti centrali per l’appoggio Leu e rivendica che “in questi giorni non abbiamo posto alcun veto ne’ pregiudiziale sui nomi”.

“Chiediamo però con nettezza, ed altrettanta chiarezza – aggiunge – discontinuità nell’impianto programmatico del nuovo governo, auspicando che, se ci sarà un nuovo presidente del Consiglio incaricato, parta, definito il perimetro della nuova maggioranza, il confronto programmatico che per noi ha priorità rispetto a quello, pur necessario, sugli organigrammi”, aggiunge Fornaro

Ore 10.20 – Le consultazioni riprendono dalle Autonomie

Partita la seconda giornata del decisivo nuovo turno di consultazioni al Quirinale, con il gruppo per le Autonomie del Senato che danno un sostanziale disco verde, da articolare nelle diverse possibilità al momento del voto, rispetto alla nascita di un nuovo governo. “Chiediamo e speriamo che ci sia un esecutivo che possa evitare l’aumento dell’Iva e noi aiuteremo l’esecutivo, ma abbiamo avuto alcuni problemi sul tema dell’autonomia con il M5s, quindi Svp si asterrà nel voto di fiducia” qualora partisse il governo M5s-Pd. Lo ha detto Dieter Steger, esponente della Svp al termine delle consultazioni. “Sarà una astensione benevola e dopo la nascita del governo valuteremo cosa fare”.

Ore 09,25 – Marcucci, “Rousseau? Ognuno ha le sue procedure”

“Ognuno ha le sue procedure. Noi seguiamo le nostre. Ci auguriamo che sia una bella giornata”. Lo ha detto il capogruppo al Senato del Pd, Andrea Marcucci, entrando alla Camera per il nuovo incontro tra le delegazioni Dem e M5s per il programma del possibile nuovo governo, rispondendo a chi gli chiedeva del voto dei Cinque Stelle su Rousseau per l’accordo di governo.

“Non credo ci siano veti” ha aggiunto poi Marcucci, entrando a Montecitorio rispondendo a chi gli chiedeva se esistano dei veti sul ruolo di Luigi Di Maio in un possibile esecutivo Pd-M5s.

Pubblicità Elettorale