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Governo, ai ferri corti M5s e Lega: Conte mediatore e garante

Redazione

Governo, ai ferri corti M5s e Lega: Conte mediatore e garante

Dom, 21/10/2018 - 10:27

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ROMA – Piu’ che una pace, una tregua armata. Dopo tre giorni di tensione altissima tra M5s e Lega, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla stesura definitiva del decreto fiscale la cui prima versione e’ stata contestata dai pentastellati. Il compromesso cui si e’ arrivati e la conferenza stampa finale hanno fornito una photo opportunity sorridente del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, attorniato dai suoi vice premier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Ma tra i due partiti e i loro capi rimangono qualche crepa e diverse preoccupazioni. Nell’incontro a tre che ha preceduto il Cdm – viene riferito da un componente del governo – Salvini e Di Maio sono apparsi non come due alleati ma come capi di governi diversi, con il presidente del Consiglio che e’ stato impegnato a fare da mediatore e da garante. Comunque resta il fatto che dopo giorni di liti a distanza, a colpi di ‘live’ sui social, e in assenza di contatti, i due vice premier si ritrovati vis a vis. E hanno trovato la quadra. Da una parte Di Maio ha rivendicato di aver cancellato “scudi e condoni” fiscali, successo che ha potuto portare in piazza al Circo massimo, dove era in corso ‘Italia a 5 stelle’. Dall’altra, Salvini ha festeggiato l’inserimento dello stralcio delle cartelle di Equitalia. Intanto, alla vigilia della scadenza per la presentazione della risposta che la commissione Ue attende ai rilievi sulla manovra, il premier Conte ha ottenuto che entrambi i leader fossero netti, in conferenza stampa, nel garantire che il governo non ha alcuna intenzione di portare il Paese fuori dall’Ue e dall’euro. Il ministro dell’Interno leghista, dopo giorni di duri attacchi alla Commissione Ue, ha addirittura fatto trapelare che, da parte sua, c’e’ diponibilita’ ad avviare una sorta di ‘stagione distensiva’ con Bruxelles in questa fase di dialogo sulla manovra. E si sarebbe detto persino disponibile a incontrare Jean Claude Juncker e Pierre Moscovici. Il Cdm ha dato mandato al ministro dell’Economia Giovanni Tria di preparare la risposta ai rilievi di Bruxelles. Ma l’orientamento – spiegano fonti governative di entrambi i partiti – e’ di “confermare di fatto” la manovra come approvata dal governo, a partire dall’obiettivo di rapporto deficit/Pil al 2,4 per cento per il 2019, criticato dalla commissione.

Durante il vertice che ha preceduto il Consiglio dei ministri, Salvini poi ha voluto garanzie sugli emendamenti (81) che il Movimento 5 stelle ha presentato al decreto sicurezza e immigrazione. E avrebbe avuto il via libera di Di Maio a modifiche concordate.
L’inciampo sul dl fiscale e’ servito per fare “passi avanti”, ha detto il leader leghista in conferenza stampa. Sia lui, che Di Maio e Conte sono apparsi sorridenti ma la lite difficilmente non lascera’ tracce. Da parte leghista forte e’ la preoccupazione sulla tenuta di Di Maio. “Questo incidente ha dimostrato che Di Maio e’ politicamente molto debole, non controlla piu’ niente – e’ il ragionamento che viene fatto – . Noi lo sosteniamo, ma c’e’ preoccupazione perche’, se crolla lui, crolla tutto”.

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