Salute

Comitato Difendiamo Grottarossa: “Presidente Enersì Sicilia sia umile. Perplessità su Impianto-biometano”

Redazione

Comitato Difendiamo Grottarossa: “Presidente Enersì Sicilia sia umile. Perplessità su Impianto-biometano”

Lun, 01/05/2017 - 09:50

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CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Gentilissimo Direttore, leggendo sulla sua testata le dichiarazioni del presidente Enersì Sicilia, sento il dovere morale di rispondere perché non è possibile che degli investitori si permettano di utilizzare terminologie poco appropriate nei confronti di coloro intendano tutelare il territorio. Nei mesi scorsi avevano iniziato dando del “sedicente” al comitato “Difendiamo Grottarossa” (ancora attendiamo le scuse), oggi si permettono di appellare “detrattori” le forze politiche che con molta sensibilità hanno accolto il nostro appello, domani cosa si permetteranno di dire o fare? Mi permetterei di consigliare a questi soggetti un buona dose di umiltà e riflettere prima di utilizzare certe terminologie, se vogliono investire sul territorio, anche perché le persone che definiscono “detrattori” sono i primi che cercano di promuovere lo sviluppo sostenibile. Aggiungo allegando a queste mie righe delle osservazioni tecniche fatte dal Dott. Piero Mattirolo A.D. di Agroenergia, presidente del Distretto Agroenergetico lombardo e consulente tecnico del Comitato Difendiamo Grottarossa, il quale manifesta alcune perplessità di rilevante importanza sul progetto della ditta Enersì. Francesco Cucurullo

*Progetto Impianto Digestione Anaerobica Grottarossa. Facendo seguito a quanto già in precedenza in merito al progetto di impianto di cui sopra, d’ora in avanti denominato Progetto Grottarossa, riepiloghiamo qui di seguito i principali rilievi: 1. Impianto agricolo e a rifiuti? Gli impianti di digestione anaerobica presenti sul territorio nazionale ricadono in due tipologie: a) Impianti agricoli (oltre 1500 in Italia, a metà 2016, secondo le statistiche pubblicate dal GSE, di cui 3 in Sicilia), ossia alimentati a biomasse coltivate e sottoprodotti agricoli, specificate da una serie di decreti. Le biomasse di alimentazione hanno sempre un costo di approvvigionamento. In compenso, per la certezza delle matrici di origine, il digestato viene equiparato ai reflui zootecnici e può essere utilizzato in agricoltura come fertilizzante, senza ulteriori trattamenti. b) Impianti a rifiuti (circa 40 in Italia), alimentati con FORSU separata all’origine. I rifiuti in ingresso vengono ritirati con un prezzo di conferimento. In compenso, gli impianti sono soggetti ad una serie di prescrizioni industriali e ad una dotazione impiantistica per il trattamento del digestato in uscita, che deve essere destinato a un processo di stabilizzazione aerobica attraverso compostaggio, per la parte solida, e alla depurazione, con l’abbattimento dell’azoto per la parte liquida. Il Progetto Grottarossa non rientra in queste categorie, ma costituisce un ibrido, in quanto la sua alimentazione prevede l’immissione di biomasse agricole, il cui digestato in uscita potrebbe essere utilizzato agronomicamente senza ulteriori trattamenti, ma che, per la commistione con la FORSU viene di fatto declassato a digestato da rifiuti e quindi soggetto a compostaggio e depurazione acque reflue. Questo comporta il doppio svantaggio di: 1) non potere utilizzare direttamente ai fini agronomici il digestato da sottoprodotti agricoli e 2) di aggiungere ai costi di depurazione acque una quantità stimabile attorno alle 15-20.000 tonnellate, oltre ad accrescere la quantità di digestato solido da avviare a compostaggio. Ai fini del trattamento di queste matrici differenziate, sarebbe semmai opportuno prevedere due impianti separati, in modo da consentire la piena valorizzazione agronomica del digestato proveniente da matrici agricole. 2 2. Impianto agricolo o industriale? L’impianto non può essere considerato agricolo, in quanto, nelle oltre 63.000 tonnellate di biomasse trattate, sono previste ben 35.000 tonnellate di FORSU, ossia di rifiuti. Gli impianti agricoli sono infatti definiti dalla Legge 266 23 dicembre 2005, par. 423, modificata e spiegata dalla Legge 208 28 dicembre 2015, che considera “attivita’ connesse ai sensi dell’articolo 2135, terzo comma, del codice civile e si considerano produttive di reddito agrario”, “la produzione e la cessione di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili agroforestali, sino a 2.400.000 kWh anno, e fotovoltaiche, sino a 260.000 kWh anno, nonche’ di carburanti e prodotti chimici di origine agroforestale provenienti prevalentemente dal fondo, effettuate dagli imprenditori agricoli”. La relazione tecnica specifica invece che nessuna di queste biomasse proviene dal fondo. Pertanto l’impianto, a nessun titolo, può essere considerato un impianto agricolo. 3. Trattamento del digestato Per i motivi più sopra esposti, il Progetto Grottarossa deve prevedere la stabilizzazione della frazione solida del digestato e la depurazione delle acque reflue per l’immissione in corpo acque superficiali. Per ottenere questo, il Progetto Grottarossa ipotizza di alimentare lettiere di lombricultura con la frazione solida del digestato, senza ulteriori trattamenti. Non sono note esperienze di scala reale di questa soluzione. Non sono noti studi recenti che documentino l’utilizzo di vermicompostaggio per la stabilizzazione di digestati azotati. L’ISE-CNR di Pisa, centro di ricerca indipendente, che ha pubblicato diverse ricerche sul vermicompostaggio, interpellato al riguardo, ha espresso forti perplessità. Le applicazioni citate nel Progetto Grottarossa si riferiscono infatti all’utilizzo del vermicompostaggio su rifiuti organici tal quali e non a un digestato, dove la degradazione dei solidi volatili ha fortemente abbassato il rapporto C/N. Pertanto, per la fase di compostaggio aerobico della frazione solida del digestato, che comporta normalmente onerosi investimenti impiantistici e considerevoli costi operativi, non viene prevista alcuna soluzione provata ed affidabile. Il Progetto Grottarossa non presenta quindi una soluzione in linea con le buone pratiche industriali per il trattamento di compostaggio del digestato in uscita. Per quanto riguarda la depurazione della frazione liquida, la soluzione ipotizzata di microfiltrazione tramite MBR, non viene considerata un’opzione tecnicamente valida per ottenere la purificazione desiderata, partendo da digestato con un COD tipicamente tra 15-35.000 mg/l, non essendo in grado di ottenere valori di abbattimento adeguati con un solo passaggio. Pertanto, il quadro sommario dell’investimento, presentato nella Tabella 6, non appare né realistico, né completo. 4. Disponibilità FORSU Le quantità di FORSU per le quali viene chiesta l’autorizzazione non sono attualmente disponibili in provincia di Caltanissetta e corrispondono (v. Rapporto ISPRA 2016) a circa un terzo dell’intera raccolta differenziata della Sicilia. 3 5. Contratti di filiera Secondo il Regolamento Sottoprodotti-Rifiuti, n° 264 del 13 ottobre 2016, l’utilizzo di una matrice come sottoprodotto deve essere certo, non soltanto possibile. Pertanto i sottoprodotti da utilizzare devono essere accompagnati da contratti di filiera o, in loro assenza, da una scheda tecnica. La semplice manifestazione di interesse al conferimento non è un documento valido a comprovare la natura di sottoprodotto delle matrici elencate. Pertanto tali quantitativi sarebbero da considerarsi aggiuntivi nei conteggi riferiti ai rifiuti.

Piero Mattirolo, Tortona, 14 marzo 2017

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