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Caltanissetta, gli studenti CAT Geometri incontrano l’architetto Fabio Guarrera

Redazione

Caltanissetta, gli studenti CAT Geometri incontrano l’architetto Fabio Guarrera

Mar, 12/04/2016 - 09:56

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Foto (1)CALTANISSETTA – Mercoledì 6 aprile, presso la sala riunioni di Via Filippo Turati dell’ITET “Rapisardi – Da Vinci”, l’architetto Fabio Guarrera ha incontrato gli studenti dell’indirizzo CAT Geometri per un seminario sul tema del carattere dell’architettura.

Fabio Guarrera – autore di “Insediarsi e costruire, osservazioni sul progetto della piccola casa” – è assistente e cultore della materia al corso di Progettazione Architettonica presso la Scuola di Architettura dell’Università Catania. Dal 2009 al 2012 è stato assistente alla cattedra di Progettazione Architettonica e Urbana presso lo IUAV di Venezia.

L’evento rientra nelle attività culturali del Corso di Progettazione nell’indirizzo CAT e ha costituito, per gli studenti, impegnati nelle loro prime esperienze progettuali sul tema della casa unifamiliare, l’occasione per riflettere su significativi aspetti della progettazione architettonica.

I ragazzi hanno seguito con grande interesse l’intervento di Guarrera, apprezzandone sia i contenuti che la chiarezza con cui gli stessi sono stati trattati; al termine, si sono confrontati con l’architetto su diversi temi quali il ruolo e la responsabilità dell’architettura oggi, gli strumenti con i quali affrontare un progetto, ma anche sulla bellezza come strumento educativo e sulla specificità della professione del Geometra e dell’Architetto.

“Ringrazio il Prof. Calogero Infantolino – dichiara l’Arch. Guarrera – per avermi dato l’occasione di incontrare i giovani allievi dell’indirizzo CAT “Rapisardi – Da Vinci” per riflettere, insieme a loro, su alcuni temi fondamentali dell’architettura. Ho voluto spiegare ai ragazzi l’importanza del rapporto tra architettura e  luogo, binomio in cui trova sintesi il carattere dell’architettura, e cioè quello che identifica l’essenza stessa dell’architettura, costretta sempre – nonostante il delirante tentativo contemporaneo di omologarne il linguaggio –  alla diversità formale e costruttiva a seconda delle aree geografiche dove viene edificata. L’architettura, infatti, se da un lato – in quanto artificio – ha necessità di astrazione e universalizzazione, dall’altro deve radicarsi nei luoghi, utilizzandone i materiali, sposandone lo spirito e condividendone la tradizione. Attraverso questo intervento ho voluto stimolare la curiosità dei ragazzi affinché i loro occhi imparino lentamente a guardare e riconoscere la bellezza del paesaggio delle nostre terre, condizione necessaria per un progettista, ma fondamentale anche per chiunque voglia vivere nel rispetto dell’ambiente”.

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