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Mafia: indagine, per uno studente siciliano su 5 inevitabile conviverci

Redazione

Mafia: indagine, per uno studente siciliano su 5 inevitabile conviverci

Ven, 29/01/2016 - 18:48

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studentiPALERMO – Il 76% degli studenti siciliani interpellati sentono parlare del fenomeno mafioso come “qualcosa da combattere, da disprezzare o evitare con attenzione”, mentre uno studente su cinque pensa sia “qualcosa con cui convivere perche’ non si puo’ eliminare”. Sono alcuni dei dati emersi da un’indagine svolta tra gli studenti siciliani coinvolti nel progetto “Giovani cittadini consapevoli, attivi e responsabili” realizzato dal centro studi Pio La Torre con il sostegno del dipartimento della Gioventu’ e del servizio civile nazionale della presidenza del Consiglio dei ministri. A illustrare i risultati e’ il gruppo di monitoraggio e valutazione del progetto durante la manifestazione conclusiva in corso nell’aula magna del liceo classico “Giovanni Meli” di Palermo. Il progetto, realizzato con l’obiettivo di prevenire le diverse forme di illegalita’ e sensibilizzare i piu’ giovani, ha coinvolto circa 400 studenti tra i 16 e i 21 anni di 14 scuole dell’Isola, compreso un gruppo di giovani del centro diurno del dipartimento per la giustizia minorile di Palermo. Il 39% degli studenti ritengono la mafia piu’ forte dello Stato, il 34% “ugualmente forti” mafia e Stato, mentre solo il 16% pensano che sia lo Stato a essere piu’ forte. “Quasi tutti i ragazzi interpellati nelle nostre rilevazioni – dice Laura Borino, componente dello staff del progetto – sanno chi sono i giudici Falcone e Borsellino, Padre Puglisi, Pio La Torre o, sul fronte opposto, il boss Toto’ Riina. Piu’ della meta’, pero’, prima dell’avvio del progetto, ha ammesso di non conoscere figure come Antonino Caponnetto, Emanuela Loi, Placido Rizzotto e quasi la meta’ ignorava chi fosse Rocco Chinnici”.

Nel corso dell’anno, oltre a partecipare a un ciclo di conferenze sul fenomeno mafioso, gli studenti hanno fatto visita alla Cantina “Centopassi”, in un bene confiscato nell’Alto Belice corleonese. I ragazzi hanno anche conosciuto la vita di Pio La Torre attraverso una mostra fotografica itinerante nelle scuole e con la partecipazione a dei laboratori teatrali basati sulla piece “Pio La Torre orgoglio di Sicilia” appositamente scritta e donata al centro dallo scrittore Vincenzo Consolo. “La visione di Vincenzo Consolo – spiega Vito Lo Monaco, presidente del centro studi Pio La Torre – ha permesso ai ragazzi di approfondire la propria coscienza antimafia. Quel 39% secondo cui la mafia e’ piu’ forte dello Stato ci indica la strada da percorrere insieme alle scuole, le agenzie educative piu’ importanti, per contrastare, seguendo l’esempio di Pio La Torre, ogni connivenza tra mafia e parte della classe dirigente, in qualunque epoca”. “Il progetto ha lasciato il segno – spiega Giovanni Frazzica – perche’ nel sondaggio agli studenti e’ stato anche chiesto se, grazie a questa iniziativa, hanno iniziato a parlare di mafia o di legalita’ con persone con le quali di solito non lo facevano, e il 73% degli studenti hanno detto si'”. Alla domanda “Ti e’ mai capitato di avvertire concretamente la presenza della mafia nella tua citta’?”, il 34% rispondono “abbastanza”, il 25% “poco”, il 21% “molto”. Tra gli studenti che hanno risposto, 137 continuano a riporre maggiore fiducia negli insegnanti, seguono i magistrati (95 preferenze) e, al terzo posto, forze dell’ordine (57 preferenze). Ultimi nella classifica risultano essere: sindacalisti (26 preferenze), parroci (10), politici nazionali (8), politici locali (3)

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