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Migranti: Pm Palermo, 1,5 milioni di profughi in arrivo via Balcani

Redazione

Migranti: Pm Palermo, 1,5 milioni di profughi in arrivo via Balcani

Mar, 08/09/2015 - 20:40

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siriaPALERMO – Ci sarebbero circa un milione e mezzo di profughi in territorio libanese in attesa di potere raggiungere l’Europa, gran parte di questi sarebbero siriani fuggiti dalla guerra. E’ un dato acquisito dal pm della Procura di Palermo Calogero Ferrara durante una recente trasferta in Libano: da qui i migranti tentano l’arrivo nel continente europeo sbarcando in Grecia o via terra, attraverso il percorso dei Balcani. In minima parte – tra coloro che si trovano in Libano – raggiungono la Libia per poi tentare la “traversata” del Canale di Sicilia. Un allargamento del fronte delle “partenze/arrivi” causato anche dagli arresti degli scafisti, disposti dalla Procura di Palermo guidata da Francesco Lo Voi, negli ultimi dodici mesi. Gli investigatori sono in possesso di circa 30 mila telefonate intercettate – svariate le lingue utilizzate, in prevalenza arabo ma anche numerosi dialetti tra cui urdu, mandinga, bafana e tigrino – in cui i responsabili dell’organizzazione transnazionale manifestano i timori per l’arresto non appena giunti nel territorio italiano. E soprattutto per le condanne. Un timore confermato ai magistrati anche dal primo “scafista” pentito, l’eritreo Nuredin Wehabrebi Atta, da giugno sotto protezione, che sta raccontando ai pm tutto quello che sa sul network di trafficanti capeggiato da Ghermay Hermias, un etiope residente in Libia e da Jhon Mharay, un sudanese localizzato a Kartoon, entrambi latitanti su cui pende un mandato di cattura internazionale.

“Il punto di svolta per la Procura di Palermo e’ rappresentato dalla tragedia del 3 ottobre 2013 quando a Lampedusa morirono 366 persone”, ha detto il magistrato intervenendo questo pomeriggio al workshop internazionale “Connect – Rafforzare la cooperazione orizzontale tra Italia, Portogallo e Romania nella lotta alla tratta di esseri umani”, realizzato da Ciss Cooperazione internazionale Sud Sud con l’associazione portoghese Umar e la romena Arad. “Da Quel momento – ha aggiunto il pm – abbiamo cambiato l’approccio a questo tipo di crimine, e’ stato istituito un team di magistrati che si occupa in maniera specifica di questi reati, contestando anche l’associazione a delinquere, attraverso l’intervento della direzione distrettuale antimafia. Utilizzando il sistema della condivisione delle indagini e non considerandoli piu’ singoli eventi. Abbiamo arrestato diverse decine di scafisti, ottenendo anche condanne dai 18 ai 30 anni di carcere”. Un “metodo” che la Procura di Palermo ha anche messo a disposizione delle autorita’ di polizia e giudiziarie degli altri paesi europei, gia’ da diversi mesi quando ancora l’emergenza immigrazione era una questione esclusivamente italiana, attraverso i periodici incontri ad Eurojust, nel corso dei quali “e’ stato messo a disposizione una grande quantita’ di materiale probatorio per consentire l’avvio delle indagini anche da parte di altre Procure non italiane”. Il pm Calogero Ferrara – che fa parte del pool che si occupa di “tratta” assieme a Annamaria Picozzi, Roberto Tartaglia, Maurizio Agnello, Alessia Sinatra, Claudio Camilleri, Renza Cescon e coordinato dall’aggiunto Maurizio Scalia – giovedi’ sara’ ascoltato a Roma dal Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, di vigilanza sull’attivita’ di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui flussi migratori in Europa attraverso l’Italia, nella prospettiva della riforma del sistema europeo comune d’asilo e della revisione dei modelli di accoglienza.

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