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Caltanissetta, l’abbandono dei cuccioli: un problema crescente. Lettera aperta di Gabriella Di Carlo

Redazione

Caltanissetta, l’abbandono dei cuccioli: un problema crescente. Lettera aperta di Gabriella Di Carlo

Dom, 20/09/2015 - 11:47

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ImmagineCALTANISSETTA – Riceviamo e pubblichiamo.

“Caltanissetta è una città strana…”. Risuona ancora l’eco di queste parole pronunciate pochi giorni fa dal Comandante della Polizia Municipale…

Non so a cosa si riferisse in particolare il Comandante quando ha detto queste parole, ma da ieri sera mi succede di rievocarle spesso. Si, perché a Caltanissetta a volte succedono cose strane. Capita che, certe notti, bande di balordi decidano di distruggere le auto parcheggiate nel centro storico e rovesciare tutti i cassonetti dell’immondizia, così, senza ritegno, senza preoccuparsi delle conseguenze e senza percepire il danno provocato.

 Altre notti, invece, succede che, incalzato dall’urgenza di liberarsi di una cucciolata indesiderata, qualcuno si trasformi in una sorta di Babbo Natale fuori stagione. Solo che, mentre Babbo Natale negli scatoli mette i regali, il nostro “eroe” vi distribuisce i cuccioli. Così, uno in ogni scatolo, uno in ogni angolo del centro, per non scontentare nessuno! Così è successo ieri notte, a Caltanissetta.

E’ stata una notte sicuramente movimentata per chi si è visto “recapitare” i cuccioli dentro il portone di casa o per chi ha trovato gli scatoli con la sorpresa per strada! Movimentata e impegnativa, visto che si tratta di cuccioli appena nati che necessitano di essere allattati da qualche cagna-balia o di essere nutriti artificialmente.

A questo punto, avendo rinunciato da tempo a chiedermi con quale coraggio si può compiere un’azione così crudele, mi chiedo come possa essere possibile in un centro abitato compiere queste azioni senza essere scoperti, considerato che per effettuare tutte le “consegne” ci sarà voluto un po’ di tempo.

Purtroppo, nella nostra città gli episodi di abbandoni di animali si susseguono con un ritmo oramai costante, anche perché gli autori di queste vili azioni hanno ormai acquisito la certezza dell’impunità.

A fronte di centinaia di episodi di abbandono di animali nel territorio cittadino nell’ultimo anno, infatti, non risulta aperto nessun procedimento penale per il reato di cui all’art. 727 c.p. né vengono effettuati controlli sull’applicazione del microchip sui cani padronali, facilitando così la scelta dell’abbandono nel caso in cui l’animale non sia più gradito.

Per tutti i cani abbandonati si inaugura così un futuro da randagi, potenziali  membri di branchi che, in determinate condizioni, possono costituire un pericolo per l’incolumità dei cittadini.

Sono tanti in città e sarebbero ancora di più se non ci fosse l’opera incessante delle associazioni animaliste che, instancabilmente, si adoperano per trovare una famiglia a questi animali. Cercando di superare ostacoli economici, logistici, burocratici. Senza nessuna collaborazione e senza alcun sostegno, anche solo morale, da parte dell’Amministrazione comunale, di cui tutt’ora mi sfugge il progetto in materia di randagismo. Ciò che mi è chiara, purtroppo, è la cifra esorbitante impegnata a favore del canile convenzionato dove vengono ricoverati i cani accalappiati!

So che, inevitabilmente, toccando l’argomento, potrò suscitare polemiche. A coloro che mi diranno che gli accalappiamenti sono necessari per tutelare l’incolumità pubblica, rispondo subito che sono d’accordo,  non sono d’accordo con coloro che credono, o vogliono far credere, che gli accalappiamenti costituiscano la soluzione al problema. Senza una azione mirata alla prevenzione degli abbandoni delle cagne gravide indesiderate o delle cucciolate o dei cani non più graditi che può realizzarsi solo tramite il controllo sistematico della microchippatura dei cani padronali e attraverso la sterilizzazione, infatti, il problema non potrà mai essere né risolto né tantomeno ridotto drasticamente. E provato, purtroppo, che, a fronte di un cane accalappiato, almeno quattro ne vengono abbandonati!  Senza l’applicazione sistematica della Legge Regionale 15/2000 che disciplina il fenomeno del randagismo e che risulta, allo stato, non applicata in tutti i suoi punti, la lotta al randagismo e a tutte le sue conseguenze si tradurrà in un costo esorbitante per l’Amministrazione comunale e, quindi, per la collettività, costretta a mantenere in canile un numero spropositato di cani, con costi altissimi che potrebbero essere risparmiati. Senza contare le numerose richieste di risarcimento che pervengono al Comune per episodi di aggressione.

Ci troviamo di fronte ad un’emergenza che deve essere gestita come tale, senza rischiare di farla diventare normalità, affrontando il problema alla fonte e prendendo le giuste contromisure. In caso contrario si verificherà il paradosso di chi si affanna a raccogliere l’acqua che allaga il pavimento senza preoccuparsi di chiudere il rubinetto!

Gabriella Di Carlo

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