GELA – “Abbiamo vinto tante battaglie ma ancora oggi a Gela il 10 per cento fra commercianti ed imprenditori, paga il pizzo”. Ad affermarlo Renzo Caponetti, presidente dell’associazione antiracket di Gela “Gaetano Giordano”, intitolata a un commerciante ucciso per non essersi piegato al pizzo, intervenuto alla presentazione del libro “Mai piu’ soli” pubblicato dalla Fai, la Federazione italiana delle associazioni antiracket e antiusura. “Nel frattempo il numero degli iscritti all’antiracket -ha riferito Caponetti- e’ aumentato, passato dai 130 iniziali agli attuali 170. Il fenomeno delle estorsioni sicuramente e’ diminuito anche se non bisogna mai abbassare la guardia. C’e’ fra l’altro da evidenziare che molti sindaci in Sicilia, non si costituiscono parte civile”. Il commissario nazionale antiracket, Santi Giuffre’, ha sottolineato che “una volta nessuno denunciava usura ed estorsioni; oggi non e’ esagerato dire che, grazie anche alle associazioni antiracket, sono le vittime a venire a bussare alle porte dei commissariati”. Per Tano Grasso, presidente onorario della Fai, “a Gela la guerra non e’ stata ancora vinta ma siamo sulla buona strada. E’ stato fatto un lavoro straordinario ma dobbiamo stare sempre attenti”. L’associazione antiracket di Gela, – ha evidenziato Pippo Scandurra, presidente Fai, “e’ diventata un modello da imitare”, tuttavia, secondo il il procuratore della Repubblica, Lucia Lotti, “la citta’ sta vivendo un momento difficile perche’ la sua economia sta cambiando. Si assiste ad una fase di eccessivo silenzio e di preoccupazione mentre si avrebbe necessita’ di un ampio dibattito sul futuro che si sta costruendo per questa citta'”.
Estorsioni: antiracket, 10% attivita’ di Gela pagano ‘pizzo’
Mar, 17/02/2015 - 22:41
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