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Le riflessioni di Richelieu: “Gela capitale della Gallia”

Redazione

Le riflessioni di Richelieu: “Gela capitale della Gallia”

Lun, 14/07/2014 - 21:16

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imageCome mai i politici gelesi di primo piano, deputati regionali, aspiranti tali ed ex, non si sono mobilitati più di tanto per il referendum che doveva sancire l’uscita di Gela dalla Provincia (pardon, Libero Consorzio) di Caltanissetta per entrare in quello di Catania? Referendum lasciato alla propaganda del Comitato promotore Gela-provincia (sarebbe stata un’altra cosa) e consumato con uno striminzito 36% dei votanti, che, al di là del 99% dei voti per il SI, ha dimostrato quanto, sostanzialmente, ai gelesi, dopo decenni di polemiche campanilistiche feroci, in fondo, di lasciare Caltanissetta non importi gran chè?

Semplice: perché i politici gelesi nella provincia/collegio elettorale di Caltanissetta hanno la certezza di essere i più votati e quindi gli eletti, cavalcando il campanilismo frustrato e la solidarietà per qualunque “paesano” (così dicono da quelle parti) che si candidi a qualcosa. Non così sarebbe stato in provincia di Catania e nel mare magnum del suo collegio elettorale regionale, o peggio, nel collegio circoscrizionale per il Parlamento, che taglierebbe alle spalle ai gelesi l’intero retroterra della Sicilia occidentale per immergerli in un contesto più ampio, metropolitano e  policentrico, incontrollabile al sistema delle alleanze nord-sud che da sempre hanno costruito la base per la colonizzazione politica del territorio di Caltanissetta.

“Meglio primo in un villaggio della Gallia che secondo a Roma” diceva Giulio Cesare, secondo Plutarco, prima della guerra civile.

Che Pino Federico, Giuseppe Arancio, Lillo Speziale, Tonino Gagliano, Miguel Donegani, Angelo Fasulo & C. abbiano letto Plutarco da giovani?  In fondo, i deputati eletti nel villaggio di Caltanissetta sono uguali a quelli di Catania, e qui sono certamente più sicuri.

Richelieu Richelieu

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