CALTANISSETTA – Il Consiglio provinciale di Caltanissetta ha approvato l’adesione al Distretto turistico “Valle dei Templi”, non riuscendo invece a deliberare sul Distretto delle Miniere (di cui la Provincia è ente capofila) per sopravvenuta mancanza del numero legale dopo un serrato dibattito in aula, con conseguente aggiornamento della seduta alle 24 ore.
Sul primo argomento la votazione è stata unanime, con il solo intervento di Cusumano che ha eccepito la mancata contestualità dell’impegno di spesa rispetto all’atto da adottare. Sul secondo punto, invece, s’è innescata una serie di interventi alla luce dei due emendamenti presentati allo statuto di quella che dovrà essere l’Associazione temporanea di scopo per la gestione del Distretto, dopo che il Comune di Enna aveva rinunciato alla presenza nel Comitato direttivo: il che aveva indotto dapprima Capizzi a presentare l’emendamento per far subentrare Riesi, e poi Dell’Uomini per un’analoga proposta relativamente a San Cataldo; tutto questo – per come ha ricordato in apertura il presidente Mancuso – a fronte di pareri acquisiti presso la Regione e il notaio che rogherà l’atto sul fatto di poter surrogare nell’immediato solo un componente in modo da non sconvolgere l’impianto di partenza dell’Associazione, in quanto eventuali altri ingressi nel direttivo avrebbero dovuto ora passare nuovamente dai consigli comunali coinvolti.
Capizzi ha così ribadito la sua proposta, dato che di tutta la problematica – ha detto – non se ne deve fare una questione territoriale, ma solo di criteri di scelta, che non possono che essere quelli di riservare attenzione ai comuni come Riesi dove è stata presente la miniera più grande d’Europa, cioè la Trabia-Tallarita, già in parte musealizzata dalla Soprintendenza, chiedendosi poi come solo ora – dopo mesi di lavoro e incontri – sia saltata fuori la candidatura di S. Cataldo. Anche Dell’Uomini ha motivato il suo emendamento, ricordando i quattro siti minerari di S. Cataldo, ma facendo al contempo una proposta per evitare di bloccarsi su un progetto così importante: adesso – ha detto – si faccia tutti un passo indietro con gli emendamenti, facendo invece un atto d’indirizzo affinché alla prima assemblea dei soci dell’Ats si vada all’inserimento nel direttivo dei comuni a più alta vocazione mineraria; dunque nessuna presa di posizione preconcetta – ha aggiunto – ma solo un voler agevolare l’iter di uno strumento che va assolutamente salvato nell’interesse di tutto il territorio.
Scarciotta, dato il pericolo di creare una spaccatura tra comuni che condividono una lunga storia mineraria e di sacrifici, e che non porterebbe da nessuna parte, ha chiesto un atto di coraggio che la scongiurasse, e cioè quello di ritirare entrambi gli emendamenti e rinviare così all’assemblea dei soci le decisioni circa la surroga del comune di Enna. Sull’opportunità di ritirare gli emendamenti ha convenuto Bonura, che ha parlato di irresponsabilità politica su tutta la vicenda che rischia di far saltare il Distretto, e concordando con Dell’Uomini sull’atto di indirizzo da dare per il riassetto del direttivo con l’ingresso dei comuni minerari più rappresentativi.
Di certo è interesse di tutti non far fallire il Distretto, ha proseguito Sanfilippo, dicendosi d’accordo con l’emendamento Capizzi specie alla luce dei tanti chiarimenti finora acquisiti circa le possibilità di operare altri ingressi nel direttivo successivamente alla costituzione dell’Ats. Ha concluso Cusumano, parlando di vicenda gestita malissimo dalla precedente amministrazione: senza contare poi – ha aggiunto – il rischio che consigli comunali come quello di Caltanissetta possano uscir fuori con altre proposte di ingresso, col rischio di far saltare tutto; per questo adesso è opportuno non votare né per Riesi né per S. Cataldo, mettendo al primo posto la salvaguardia del Distretto, e ha suggerito di promuovere al contempo anche un incontro col Comune di Caltanissetta per trovare riscontro su questa posizione, fermo restando il poter operare in un secondo tempo per la definizione del direttivo.
A questo punto, per un ultimo chiarimento tra le parti, Mancuso ha proposto una breve sospensione dei lavori, ma nel votarla è mancato il numero legale con rinvio alle 24 ore: a quel momento, infatti, erano presenti in aula solo 11 consiglieri, e cioè Ascia, Bonura, Cacioppo, Capizzi, Cascino, Cirrone Cipolla, Cusumano, La Rosa, Mancuso, Petralia e Sanfilippo.

