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Redde Rationem: dodici condanne, ridimensionate le richieste dei Pm

Redazione

Redde Rationem: dodici condanne, ridimensionate le richieste dei Pm

Mar, 31/01/2012 - 00:12

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CALTANISSETTA – In dodici sono stati condannati dal gup Francesco Lauricella al termine del processo per il blitz antimafia “Redde rationem” che svelò i retroscena di numerose estorsioni commesse dalla famiglia mafiosa nissena tra il ’96 e il 2007, mentre per due imputati il giudice ha pronunciato sentenza di assoluzione. Osservando nel dettaglio la sentenza  del processo svoltosi con il rito abbreviato, però, è impossibile non notare un ridimensionamento nelle condanne rispetto alle richieste formulate dai pubblici ministeri Maria Pia Ticino e Stefano Luciani. Nel dettaglio il dott. Lauricella ha condannato, per associazione mafiosa, i nisseni Giuseppe Dell’Asta, Vincenzo Ferrara e Giuseppe Onorato a 4 anni ciascuno. Le richieste dell’accusa parlavano invece di 10 anni per Dell’Asta, 8 a testa per gli altri due in quanto ritenuti soggetti al vertice della cosca, ma questa aggravante è stata esclusa dal giudice. Per il reato di estorsione sono stati assolti Angelo Di Bella di Canicattì (richiesta di condanna 6 anni e 8 mesi) e Giuseppe Di Fazio di Paternò (richiesta di 8 anni). Sempre per il reato di estorsione la pena più pesante è stata inflitta al collaboratore di giustizia Pietro Riggio: 4 anni e 6 mesi. A 2 anni e 4 mesi – rispetto ai 10 anni e 2 mesi chiesti dall’accusa – è stato condannato Angelo Palermo, ritenuto il capomafia nisseno, mentre il mazzarinese Maurizio Siciliano si è visto infliggere 2 anni e 8 mesi rispetto alla richiesta accusatoria di 5 anni e 8 mesi. A 3 anni e 4 mesi è stato condannato il pentito Alberto Ferrauto, 2 anni e 4 mesi sono stati inflitti al collaborante riesino Giuseppe Giovanni Laurino. Agesilao Mirisola, pure lui pentito, ha riportato una condanna a 2 anni e 2 mesi; le pene inflitte agli altri pentiti parlano di 1 anno per Francesco Ercole Iacona e Aldo Riggi e 8 mesi per il gelese Carmelo Massimo Billizzi. Il giudice ha inoltre disposto il risarcimento per gli enti (Comune, Provincia, associazione antiracket “Livatino”, Tavolo per lo sviluppo e la legalità, Ance) e le imprese che si sono costituiti parte civile.

Vincenzo Pane

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