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Il valore della memoria nella mostra “gradoZero” di Marcello Faletra

Redazione

Il valore della memoria nella mostra “gradoZero” di Marcello Faletra

Gio, 27/10/2011 - 16:06

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Un momento dell'inaugurazione della mostra "gradoZero" all'istituto Bellini di Caltanissetta

CALTANISSETTA – “Zakhor” (in ebraico l’imperativo “ricorda”) è la parola ricorrente, il filo rosso che lega le tredici opere di Marcello Faletra esposte nella mostra “gradoZero” inaugurata mercoledì all’istituto superiore di studi musicali “Vincenzo Bellini” di Caltanissetta e realizzata in collaborazione con il Goethe Institut di Palermo. Tredici lavori grafici sconvolgenti come solo la forza della memoria può essere, realizzati da Faletra tramite il montaggio digitale di riproduzioni di autentici documenti, fotografie d’epoca, disegni, simboli, segni che rimandano all’ebraismo, che impongono al visitatore di non dimenticare l’orrore dell’Olocausto nella sua più abietta dimensione di stermino scientifico del popolo ebreo.

Un altro momento dell'inaugurazione

Ma la “frattura” nella linea della Storia, le pagine vergognose scritte da un regime (e non dal popolo tedesco, è bene sottolinearlo) nulla hanno insegnato all’umanità se, come ha sottolineato lo stesso Faletra nella presentazione della mostra, si sono continuati e si continuano a perpetrare genocidi sotto gli occhi indifferenti delle principali democrazie del mondo, come il massacro dei Tutsi ad opere degli Hutu in Ruanda o gli stermini perpetrati dagli ultimi dittatori nei Paesi dell’area balcanica, vicende di appena qualche decennio fa.

Pittore, saggista, studioso di arte moderna e contemporanea, docente di Fenomenologia dell’immagine all’Accademie di Belle Arti di Palermo, Marcello Faletra propone dunque con “gradoZero” la prima tappa di un progetto più ampio per denunciare lo scempio dei genocidi, partendo appunto da un racconto per immagini che parla dei campi di sterminio nazisti per giungere ad una riflessione sull’uso ricorrente dei massacri da parte del potere.

Marcello Faletra, pittore, saggista, docente dell'Accademia di Belle Arti di Palermo

“Il negazionismo e il revisionismo che si sono andati affermando negli ultimi anni – dice Faletra – sono stati lo scenario che ha fatto maturare in me questa mostra. Stiamo assistendo oggi a nuovi massacri, Gaza e non solo, alla neutralizzazione della memoria e alla sua funzione di sentinella contro la barbarie. Non c’è genocidio che non sia anche il frutto dell’oblio e di una calcolata indifferenza di nazioni e popoli”. “Guai poi – ha ammonito Faletra, parlando di regimi e degli attuali preoccupanti rigurgiti di nazi-fascismo che serpeggiano in tutta Europa – a mettere sullo stesso piano le vittime del fascismo e i fascisti morti: non culliamoci nell’illusione che la morte renda tutti uguali. I morti vanno certamente onorati ma una cosa è aver perso la vita per difendere la libertà e tutt’altra cosa è averla persa per reprimere, per uccidere la libertà. Ed allora ecco perché la memoria va difesa e posta come monito per tutti quelli che verranno dopo”.

All’inaugurazione erano presenti l’assessore provinciale con delega al Bellini e vipresidente della Provincia Regionale Pietro Milano, il presidente del consiglio di amministrazione del Bellini Giuseppe Iacona, il direttore uscente dell’istituto M.° Angelo Licalsi e il neo-direttore Gaetano Buttigé, la direttrice del Goethe Institut di Palermo Heidi Sciacchitano.

La mostra resterà aperta fino al 16 novembre (orari visite dalle 10,30 alle 12 e dalle 17 alle 19).