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Politica, vince il partito del non voto

Redazione

Politica, vince il partito del non voto

Mar, 02/08/2011 - 12:37

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Tre siciliani su dieci, se ci si
recasse alle urne per il rinnovo del Parlamento nazionale,
resterebbero a casa: risulta molto elevato nell’isola il partito
del «non voto», il numero di quanti – incerti o delusi –
sceglierebbero l’astensione, penalizzando in particolar modo i
partiti maggiori. È quanto emerge dal barometro politico
regionale dell’Istituto nazionale di ricerche Demopolis su un
campione di 1.014 cittadini intervistati dal 26 al 31 luglio.
«L’incertezza del quadro politico nazionale – afferma il
direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – rende oggi
decisive, ancora una volta, le scelte dei siciliani per il
futuro politico del Paese, soprattutto in relazione al possibile
premio di maggioranza al Senato».
Il Pdl, alla difficile ricerca di un futuro oltre Berlusconi,
si attesta oggi in Sicilia al 27,2%, con circa 730 mila voti:
ben lontano da quel traguardo del 46% ottenuto da Alfano nel
2008. Anche il Pd, posizionato al 19%, resta distante, con 510
mila voti, dai risultati delle Politiche 2008: il partito di
Bersani, secondo Demopolis, non sembra beneficiare nell’isola
del clima post referendario e risente, tra gli elettori, di
un’identità ritenuta troppo incerta e frammentata.
L’Idv di Orlando e Di Pietro appare in lieve crescita e
sfiora il 5%, pagando però una forte debolezza in Sicilia
orientale. Sinistra, Ecologia e Libertà ottiene il 3,5%, frutto
soprattutto della simpatia di molti elettori per il suo leader e
fondatore Nichi Vendola. Si ferma invece all’1,2% la Federazione
della Sinistra, mentre conseguono complessivamente il 3% il
Movimento Cinque Stelle e altre liste di centrosinistra.
Sul fronte opposto, nel centrodestra, prosegue il
consolidamento territoriale di Forza del Sud, il nuovo partito
di Gianfranco Miccichè attestato all’8%; al 3,4% si posiziona
il Pid di Saverio Romano (che supera il 10% a Palermo), mentre
sfiora il 2% la Destra che in Sicilia si identifica con Nello
Musumeci.
Il Mpa di Raffaele Lombardo, con circa 360 mila voti, si
attesta al 13,5%. L’Udc di Casini ottiene il 7,8%: un forte
consolidamento, nonostante la perdurante debolezza dei consensi
nelle città capoluogo di Catania e Palermo. Cresce l’Api di
Rutelli all’1,7%, mentre si indebolisce ulteriormente, con il
5%, Futuro e Libertà, il partito di Gianfranco Fini.

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