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Mussomeli, allarme “maledizione” per la rimozione della croce di Dozulè

Redazione

Mussomeli, allarme “maledizione” per la rimozione della croce di Dozulè

Lun, 21/11/2011 - 16:44

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MUSSOMELI- Chi quella croce azzurra alta 7,38 l’ha piantata saldamente al suolo della rocca dell’Annivina, mette in guardia coloro che invece la vogliamo sradicarla: perché rimuovere la Croce di Dozulè, osteggiata da politica e Chiesa, potrebbe portare soltanto sciagure e periodi nefasti. “E’ meglio non toccarla– ammonisce Gero Frugolino, uno degli artigiani realizzatori – la croce è benedetta, ed un atto di questo genere potrebbe ritorcersi contro. Personalmente credo al rischio di una maledizione, per questo né io né gli altri miei colleghi abbiamo intenzione di eseguire l’ordinanza”. Il timore di compiere un atto quasi sacrilego, che potrebbe condannare alla dannazione semplici esecutori di ordini superiori, spinge i responsabili e gli operai della Europrofile, che dell’opera è stata la ditta realizzatrice, ad opporsi nettamente all’ordinanza firmata dall’ingegnere capo Carmelo Alba, il quale ha dato 30 giorni al committente dell’installazione, l’imprenditore genovese Angelo Vecchione, per la rimozione forzata. Compito che dovrebbe essere assunto dagli stessi operai che l’hanno “piantata”. Ma loro non ci stanno: fiutano soltanto presagi di sventura. A loro non importano le obiezioni mosse dal vescovo Russotto o l’assenza di un’autorizzazione edilizia. La paura di compiere un atto blasfemo suggerisce di sottrarsi agli ordini, di lavarsene le mani. “Siamo cristiani cattolici, e crediamo che in quanto benedetta quella croce non deve essere toccata. E poi non capiamo il perché di questo totale rifiuto: molti vanno a pregare in quel luogo che grazie a quell’installazione è rinato”. Frugolino crede che più che per una contesa religiosa, la croce di Dozulè verrà immolata in nome di una disputa politica. “E’ tutta colpa dell’opposizione che per fini politici ha voluto strumentalizzare la croce. La loro battaglia è finalizzata a colpire il sindaco e l’Amministrazione”. Contro i “miscredenti” della minoranza rivolge una sferzata: “Se proprio i consiglieri dell’opposizione vogliono rimuovere la croce, allora vadano loro a toglierla. Sappiano che nessun mussomelese lo farà mai”. La maledizione di Dozulè sembra una minaccia pronta a tenere testa a qualsiasi ordinanza dirigenziale. Lo scontro tra le credenze degli operai e lo scetticismo della burocrazia è servito. Chi la spunterà?

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