I piccoli invasi aziendali possono salvare le aziende agricole ma anche i pochi spiccioli stanziati per la loro realizzazione sono stati cassati dall’Assemblea regionale siciliana. Questo, insieme alla mancata approvazione della legge di riforma dei consorzi di Bonifica e agli inefficaci interventi di ristrutturazione delle reti, significa inequivocabilmente che l’agricoltura non è un settore che interessa i politici siciliani.
È il duro commento di Coldiretti Sicilia che mostra come i cosiddetti “laghetti aziendali” laddove sono stati costruiti, rappresentano un aiuto fondamentale per l’irrigazione. Intere produzioni, soprattutto nelle aree interne, sopravvivono grazie all’acqua raccolta ma se non dovesse piovere, anziché buttare a mare quella delle dighe, bisogna attivare un sistema di riempimento. Ripensare il sistema irriguo in chiave moderna è l’unica possibilità per lo sviluppo.
I laghetti costruiti hanno una capienza varia e soprattutto nelle zone dove l’acqua d’estate non arriva quasi mai rappresentano una vera e propria panacea per le aziende zootecniche.
In alcuni casi sono stati gli stessi comuni a crearli come ad Alcara Li Fusi che ha così offerto un aiuto concreto agli allevatori di montagna.
Quindi – ribadisce – Coldiretti Sicilia- occorre dirlo con chiarezza: la siccità nell’Isola non si vuole sconfiggere. Perdite delle tubature che superano il 60 per cento, l’acqua piovana si disperde, d’inverno le dighe non collaudate vengono svuotate, leggi di riforma al palo, laghetti non finanziati. Questo il barbaro resoconto di un sistema che non può andare ancora avanti senza una logica presa di coscienza rifinanziando l’intervento e approvando la norma.

