Un bar, un orario preciso, un mosaico di vite.
Ogni sera, verso le dieci, le porte di un piccolo bar si aprono per accogliere anime diverse, sconosciute tra loro ma unite da un destino comune: la solitudine. Non una solitudine disperata, ma vibrante, poetica, capace di trasformarsi in specchio dell’umanità.
Nel suo nuovo libro Salvatore Riggi ci conduce in un luogo che esiste e non esiste, dove il tempo sembra rallentare e i gesti più semplici diventano rivelazioni. I personaggi – un professore silenzioso, un’attrice malinconica, un poeta smarrito e persino un cane – si incontrano senza davvero incontrarsi.

A osservarli c’è il barista, figura discreta e costante, che forse custodisce una chiave di lettura per comprendere il tutto.
Il Bar delle Dieci di Sera non è solo una raccolta di racconti, ma un’epopea intima che mescola malinconia e tenerezza, mistero e riflessione. Una lettura che invita a riconoscersi nelle fragilità altrui e a scoprire, in quelle solitudini parallele, un’inaspettata forma di vicinanza. Con uno stile elegante e coinvolgente, Riggi firma un’opera che affascina il lettore e lascia dietro di sé il desiderio di tornare, ogni sera, in quel bar dove le vite si sfiorano.
Un viaggio che, come d’abitudine anche per i suoi cortometraggi e spettacoli teatrali, l’autore vuole cominciare proprio da Caltanissetta, la sua città di origine, dove sono arrivate già le prime copie cartacee, già acquistabili; e dove, nei prossimi giorni, avverrà la prima presentazione pubblica del libro.

“Questa raccolta non chiede risposte, non insegna nulla. È solo una finestra aperta su un’ora che di solito passa inosservata. Ma, se vi fermate ad ascoltarla, potreste scoprire che anche voi, almeno una volta, siete entratati in quel bar. Benvenuti. Prendetevi il vostro tempo. Il bar apre tra poco.” (Estratto da “IL BAR DELLE DIECI DI SERA” di Salvatore Riggi)