CALTANISSETTA. “Non c’è neutralità di fronte a un genocidio”: gli studenti di Caltanissetta scelgono di parlare. Ieri mattina, 22 settembre, davanti alle sedi del Liceo Scientifico “Alessandro Volta” e del Liceo delle Scienze Umane “Alessandro Manzoni”, un gruppo di studenti si è fermato. Non per protesta sterile, non per mettersi in mostra: ci siamo messi lì per ricordare a noi stessi, e agli altri, che il mondo esiste fuori dai libri e dai
corridoi.
C’erano bandiere palestinesi, cartelloni, mani che stringevano fogli e
voci che non tremavano. Dal presidio è nata una piccola manifestazione
davanti al Liceo Scientifico: pacifica, certo, ma capace di dire molto
più di quanto le parole possano contenere. Perché a volte, anche pochi
corpi e qualche bandiera sono più chiari di mille dichiarazioni.
Non stiamo parlando di politica da salotto o di opinioni da social
network. Stiamo parlando di genocidio, e di come restare in silenzio
lo renda invisibile.

Come diceva Leopardi, “la solidarietà è la sola
virtù che ci rende veramente umani”. Noi aggiungiamo: è anche il
miglior antidoto all’ignavia civile e al gusto per l’indifferenza che
così spesso si spaccia per saggezza e neutralità.
Non siamo qui a dare lezioni, né a chiedere applausi. Siamo qui a
ricordare che chi può scegliere di guardare, di parlare, di agire, ha
un dovere morale.
E che non farlo non è neutrale: è complice. Ieri
saremo stati anche in pochi secondo alcuni, ma sempre più studenti e
studentesse sentono il bisogno di manifestare il loro dissenso e di
ribadire che il genocidio in corso non è in nostro nome. Domani
speriamo di essere di più. Non per noi, ma per chi oggi non ha voce e
per chi crede che il silenzio non sia una scelta accettabile.
Gli studenti e le studentesse dei licei di Caltanissetta.

