Salute

Caltanissetta, la recita quotidiana degli ipocriti: attori senza palcoscenico, ma con maschere perfette

Redazione

Caltanissetta, la recita quotidiana degli ipocriti: attori senza palcoscenico, ma con maschere perfette

Sab, 23/08/2025 - 00:09

Condividi su:

C’è chi, nella vita di tutti i giorni, recita meglio di un attore consumato. Non hanno bisogno di un teatro, perché il palcoscenico glielo offre la quotidianità. Sono interpreti instancabili, capaci di trasformare ogni gesto e ogni parola in una parte da manuale, al punto che, se esistesse un Nobel per la finzione quotidiana, sarebbero candidati di diritto.

Il fenomeno non conosce confini: li trovi a New York come a Bangkok, a Tokyo come a Roma. Ma li incontri anche dietro l’angolo, al bar della piazza o in una piccola città di provincia. Persone che indossano la maschera giusta al momento giusto e che, sotto quella facciata impeccabile, nascondono contraddizioni insopportabili.

I nostri nonni li definivano con una frase cruda ma calzante: “facci di parrinu spugliatu”. Sono quelli che predicano bene e razzolano male. Davanti agli altri si mostrano come esempi di rettitudine, si battono il petto, dispensano lezioni di morale. Ma nella realtà sono delle merde, non pagano i dipendenti, non rispettano le leggi, eludono le tasse e vivono nell’inganno. Tutto però con un sorriso angelico, come se fossero modelli di virtù.

Il paradosso si accentua quando questi moderni attori invadono persino il terreno della solidarietà. Accade che, di fronte a episodi di cronaca toccanti – come la colletta per il motorino rubato a Rosario il venditore di rose – si mobiliti una comunità sincera e generosa, capace di donare con discrezione e cuore. Eppure, in mezzo a chi ha contribuito con autenticità, spuntano loro: i protagonisti della grande recita. Presenti con grandi gesti in pubblico, pronti a mettersi in mostra sui social, ma incoerenti nella vita privata, dove continuano a calpestare diritti e dignità.

È proprio questa ipocrisia a risultare insopportabile. Non la solidarietà vera – che resta un esempio di civiltà – ma l’ostentazione di chi usa la bontà come copione, trasformando la beneficenza in passerella e la menzogna in normalità.

Dietro le quinte restano invece storie mai raccontate: vicende di soprusi e ingiustizie che non trovano voce perché chi le vive ha paura, oppure perché la necessità di sopravvivere impone il silenzio. Così la grande recita continua indisturbata.

E allora, a chi si atteggia a benefattore sotto i riflettori, il messaggio è semplice: se siete capaci di mostrare solidarietà quando ci sono telecamere o like da conquistare, siate coerenti ogni giorno. Fatelo davvero, nella vita privata, nelle vostre attività, nel rispetto delle persone che vi stanno accanto. La solidarietà non è teatro. È coerenza. Chi vuole capire, capisca.

Articoli correlati

banner italpress istituzionale banner italpress tv